mercoledì 14 dicembre 2016

Ad Aleppo sono ripresi i bombardamenti

L'accordo per evacuare le ultime zone sotto il controllo dei ribelli è saltato, sembra per disaccordi interni alla coalizione che sostiene il regime di Assad

Aleppo, 13 dicembre 2016 (Kyodo)

Mercoledì mattina sono ripresi gli scontri e i bombardamenti ad Aleppo orientale, in quelle pochissime zone della città siriana ancora sotto il controllo dei ribelli che combattono contro il regime di Bashar al Assad. Le violenze sono una notizia perché martedì sera era stato annunciato un accordo per dare ai ribelli e ai civili la possibilità di lasciare Aleppo est e porre fine alla battaglia più importante della guerra in Siria. L’evacuazione, tuttavia, non è ancora cominciata: a differenza di quanto detto ieri dall’ambasciatore russo all’ONU Vitaly Churkin, le operazioni militari sono ancora in corso (anche i bombardamenti della stessa Russia). Non si può parlare comunque di un ribaltamento della situazione: di fatto Assad ha già vinto ad Aleppo ed è probabile che gli ultimi quartieri sotto il controllo dei ribelli verranno conquistati nel giro di pochi giorni, se non si troverà un altro accordo prima.

Gli autobus che avrebbero dovuto portare fuori da Aleppo decine di migliaia di civili, ha scritto NBC News, sono tornati nei depositi questa mattina. La televisione libanese al Manar ha trasmesso le immagini degli autobus verdi mentre lasciavano i punti individuati per l’evacuazione senza che a bordo ci fosse alcun passeggero. Al Manar è la televisione di Hezbollah, gruppo sciita libanese che sta combattendo a fianco del regime di Assad. Poco prima il ministro della Difesa russo, citato dall’agenzia di stampa russa Interfax, aveva detto che nelle precedenti 24 ore quasi 6mila civili, tra cui 2mila bambini, avevano lasciato i quartieri di Aleppo orientale controllati dai ribelli. Queste informazioni non sono state confermate, come del resto molte altre che stanno circolando su Aleppo negli ultimi giorni.

Gli autobus verdi che avrebbero dovuto portare via i civili e i ribelli da Aleppo est. L’evacuazione non è ancora cominciata e gli autobus sono tornati nei depositi (GEORGE OURFALIAN/AFP/Getty Images)


Non è chiaro cosa non abbia funzionato nell’accordo raggiunto ieri, ma sembra che ci siano delle divisioni nello schieramento delle forze alleate ad Assad, che comprende il gruppo libanese Hezbollah, gli iraniani, i russi, le milizie sciite irachene e quello che rimane dell’esercito siriano. Il Guardian ha scritto che sono stati gli iraniani ad opporsi al piano di evacuazione concordato ieri, perché non sono stati consultati (e le milizie sciite che stanno guidando le operazioni militari contro i ribelli ad Aleppo est sono appoggiate dagli iraniani).


Le opposizioni siriane dicono che gli iraniani hanno inserito nella trattativa negoziata ieri dai russi con l’intelligence turca (vicina ai ribelli) nuove condizioni che hanno bloccato tutto: Hadi Albahra, ex presidente della “Coalizione nazionale siriana delle forze dell’opposizione e della rivoluzione” (coalizione che riunisce diversi gruppi di opposizione ad Assad), ha scritto su Twitter che l’Iran avrebbe chiesto che venisse inclusa nell’accordo anche l’evacuazione delle città siriane a maggioranza sciita vicino a Idlib, un’altra zona dove da tempo vanno avanti i combattimenti tra regime e ribelli. La giornalista di AFP Sara Hussein ha scritto che fonti vicine al regime siriano dicono che il regime non sia d’accordo sul numero delle persone da far uscire da Aleppo est e vuole i loro nomi. Per ora non si hanno informazioni più certe al riguardo.


Oggi, ha scritto Reuters, i rappresentanti turchi si incontreranno di nuovo con quelli russi e iraniani per discutere di una nuova possibile tregua ad Aleppo est e di una successiva evacuazione dei territori sotto il controllo dei ribelli. Un funzionario turco coinvolto nei negoziati ha detto a Reuters che l’accordo di ieri è molto fragile ma non si può ancora considerare del tutto estinto, nonostante la ripresa dei bombardamenti mercoledì mattina.

Fonte: Il Post

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