venerdì 4 settembre 2015

Il bimbo morto in mare e i trenta euro agli immigrati


Di Italo Gessani

Fa il giro del mondo l’immagine del cadavere del bimbo morto con il volto piantato nell’arena di una delle spiagge e subito si alza l’eco del moralismo. E allora ti ricordi la voce del Colonnello Kurz “Noi addestriamo dei giovani a scaricare Napalm sulla gente, ma i loro comandanti non gli permettono di scrivere “cazzo” sui loro aerei perché è osceno.”. Quando questioni come queste vengono sollevate ti rendi conto di appartenere ad una massa di ignoranti. Un popolo che ogni giorno espone nei luoghi di culto, negli uffici e finanche nelle scuole l’immagine di un uomo brutalmente inchiodato ad una croce di legno si indigna davanti ad un innocente bambino lasciato morire in un mare di burocrazia ed interessi economici che lui non poteva neanche immaginare. Certo l’immagine di Cristo è la Rivelazione assoluta che un uomo può anche morire ma le sue idee restano intatte a distanza di millenni. E cosa significherà da domani l’immagine di quel bambino morto? Qualcuno è pronto a scommettere in un cambiamento di rotta da parte della Germania verso i profughi. Ebbene, il Primo Ministro Merkel ha appena fatto sapere che il suo paese ospiterà volentieri gli esuli, che siano però provenienti dalla Siria. Quanto cuore. Finalmente anche la fredda donna che tiene in mano le redini dell’Europa dimostra di avere un cuore. Strano però, che dei poveri africani se ne debbano occupare le malmesse Italia e Grecia, mentre dei siriani no. Come mai? Forse perché loro non sono poveri. Sono solo persone che fuggono da una guerra civile, che hanno raccolto tutti i loro averi e che stanno andando via. Che differenza c’è tra un africano e un siriano? In realtà nessuna, se non che il secondo porta con sé i propri soldi mentre il primo ha dato tutto quello che ha allo scafista di turno. E certo sulla politica in merito agli immigrati c’è ancora tanto da dire, ma alcune precisazioni vanno fatte: quando la prima volta ho sentito dire che ogni immigrato prendeva 30 euro al giorno un po’ mi sono indignato. Poi, a differenza di tanti miei connazionali, mi sono documentato e ho scoperto che quella cifra sarebbe la massima diaria giornaliera prevista – dopo pubblica asta al ribasso – per i centri di prima accoglienza (C.A.R.A. – centro di accoglienza per richiedenti asilo), le cooperative sociali che si occupano dell’assistenza di base per i profughi (vitto, alloggio ed assistenza sanitaria). Quindi ricapitolando i 900 euro sarebbero la cifra massima non per i migranti ma per le cooperative. Ogni richiedente asilo ha a disposizione 2 euro e 50 centesimi al giorno, 75 al mese.

Si dice richiedenti asilo per dire cosa? La normativa stabilisce che i profughi rimangano nel centro di accoglienza per una ventina giorni se non identificati, e fino ad un massimo di 6 mesi per i migranti a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiati (spesso però il termine dei 6 mesi viene prorogato, a causa di difficoltà burocratiche ed organizzative, non di certo per volontà dei rifugiati). Una volta ottenuto lo status di rifugiati l’80% di loro lascia l’Italia per approdare altrove in cerca di fortuna. Restano però da dare a questi malandrini delle cooperative 900 euro al mese Va però detto che quei fondi provengono dall’Unione Europea. La domanda che sorge spontanea a questo punto è: ma quei soldi non potremmo assegnarli ai nostri cittadini bisognosi (certo perché è ovvio che un italiano bisognoso è più importante di un negro bisognoso)? I fondi che arrivano per l’immigrazione sono vincolati all’immigrazione, e non possono essere spostati in un altro capitolo di spesa. Anche se, a parer mio un paio di precisazioni in tal senso vanno fatte. Fino a che si continuerà a lavorare in Italia con la gestione dell’immigrazione come un’emergenza continua è difficile essere onesti. Ma chi trae vantaggio dalle emergenze? Chi sa bene che in uno stato di normalità le deroghe nelle gare di appalto non potrebbero mai avvenire e allora ci sarebbero da rivedere le tassazioni alle cooperative, la selezione del personale e la capacità reale di accoglienza.
Ora continuate pure a gridare allo scandalo della foto da pubblicare o meno. Continuate pure a pensare che quel bimbo non è vostro figlio, non è vostro nipote. Rivolgetevi al vostro crocifisso e copritelo: mi sembra immorale che lo guardiate ancora.

Fonte: Planetmagazine.it

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