mercoledì 1 luglio 2015

Il punto sulle trattative tra la Grecia e i creditori

Il 30 giugno la Grecia non ha versato la rata del prestito di 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, diventando il primo Paese insolvente d'Europa

Manifestanti pro-euro durante una protesta ad Atene, il 30 giugno 2015. Credit: Yannis Behrakis

Il primo ministro greco Alexis Tsipras ha ceduto alle ultime proposte dei creditori internazionali. Secondo quanto emerge da una lettera ai creditori ottenuta e pubblicata dal Financial Times, Atene chiede solo alcuni cambiamenti, tra cui mantenere la riduzione del 30 per cento sull'Iva nelle isole greche e posticipare sino a ottobre l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni.

Il 30 giugno la Grecia non ha versato la rata del prestito di 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, diventando il primo Paese insolvente dell'Unione europea. Tecnicamente il default non è automatico, ma la Grecia si ritrova ora vicinissima al fallimento e - finché il debito non sarà ripagato - non potrà accedere a ulteriori prestiti del Fondo monetario internazionale.

Per pagare il debito, Tispras ha chiesto di attivare un nuovo piano di salvataggio e di ricevere 29,1 miliardi di euro nei prossimi due anni. Se non si raggiunge alcun accordo con l'Eurogruppo, la Grecia potrebbe essere costretta a lasciare l'eurozona e tornare alla dracma, oppure adottare una valuta parallela.

Il 1 luglio alle ore 17.30 l'Eurogruppo - il centro di coordinamento europeo che riunisce i ministri dell'Economia e delle Finanze dell'eurozona - si riunirà nuovamente in teleconferenza, per discutere l'ultima proposta di Tsipras.

Hollande ha detto che era compito dei Paesi dell'eurozona fare di tutto per far restare la Grecia nell'euro e che bisognava evitare "commenti intransigenti". La cancelliera tedesca Angela Merkel, tuttavia, ha detto che Berlino non intende rinegoziare ulteriori fondi per la Grecia prima del referendum del 5 luglio, che permetterà ai cittadini di decidere se accettare o meno la proposta dei creditori riguardo il pagamento del debito. Secondo alcune fonti, Tsipras potrebbe annullare il referendum per facilitare gli accordi con l'Eurogruppo.

Sono arrivate parole dure anche dal ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, che ha detto: "La Grecia si trova in una situazione difficile semplicemente per il comportamento del governo greco. Incolpare qualcuno al di fuori della Grecia può essere utile solo in Grecia, ma non ha nulla a che fare con la realtà. Il governo greco non sta facendo alcun favore alla Grecia se continua a dire falsità. Nessun altro è da incolpare per la situazione in cui sono".

Il referendum del 5 luglio inoltre non è stato considerato valido dal Consiglio d'Europa, organizzazione internazionale che monitora il rispetto dei diritti umani nei suoi 47 stati membri e il cui parere non è vincolante. Secondo il Consiglio d'Europa, il referendum non rispetta gli standard internazionali perché è stato convocato in tempi troppo ristretti.

Inoltre, il testo del referendum è stato criticato perché troppo tecnico e di difficile comprensione. "Deve essere accettato l'accordo proposto dalla Commissione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale - presentato dall'Eurogruppo il 25 giugno 2015 - e composto da due parti che costituiscono una proposta unificata? Il primo documento si intitola 'Riforme per il completamento dell'attuale programma e oltre' e il secondo 'Analisi preliminare per la sostenibilità del debito". A questa domanda i cittadini possono rispondere con un sì (in greco NAI) o un no (OXI).

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Qui sotto la lettera del premier greco Alexis Tsipras ai creditori:


Fonte: The Post Internazionale

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