giovedì 4 giugno 2015

Mafia Capitale: 44 nuovi arresti. Affari sui migranti e i centri di accoglienza

Dalle indagini emerge un "sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d'imprese interessato alla gestione dei centri di accoglienza". Al centro del sistema Luca Odevaine. Tra gli arestati: il consigliere regionale di Forza Italia Gramazio, l'ex assessore comunale alla Casa Ozzimo e l'ex presidente dell'assemblea capitolina Coratti


Il secondo capitolo dell'inchiesta "Mondo di Mezzo" della procura di Roma e dei carabinieri del Ros arriva al cuore del comune e della regione. Sono 44 i provvedimenti restrittivi eseguiti questa mattina in Sicilia, Lazio e Abruzzo per associazione per delinquere ed altri reati: nello specifico il gip ha disposto il carcere per 19 indagati e i domiciliari per altri 25. Altre 21 persone risultano poi indagate a piede libero. Sullo sfondo il business legato ai flussi migratori e alla gestione dei campi di accoglienza per migranti.

Gli arresti scaturiscono dalla prosecuzione delle indagini avviate nel 2012 dal Ros e dalla procura di Roma che il 2 dicembre scorso avevano consentito di disarticolare l'organizzazione mafiosa capeggiata da Massimo Carminati. In quella occasione vennero arrestate 37 persone accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ed altri reati, con l'aggravante delle modalità mafiose e per essere l'associazione armata.

Odevaine al centro del sistema
L'articolato meccanismo corruttivo faceva capo a Luca Odevaine (già in carcere a Torino da sei mesi) che, in qualità di appartenente al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull'accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, sarebbe "risultato in grado di ritagliarsi aree di influenza crescenti". Le indagini avrebbero accertato la sua capacità di "garantire consistenti benefici economici ad un 'cartello d' imprese', determinando l' esclusione di imprese concorrenti"

Tra gli arrestati Gramazio, Ozzimo e 4 consiglieri comunali
Tra gli arrestati inoltre c'è anche l'assessore regionale di Forza Italia Luca Gramazio, che avrebbe favorito il gruppo criminale sfruttando il suo ruolo politica: prima di capogruppo Pdl al Consiglio di Roma Capitale ed in seguito alla Regione. Arrestato l'ex assessore alla Casa della giunta Marino, Daniele Ozzimo e 4 consiglieri comunali: per il Pd l'ex presidente del consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti, Massimo Caprari e Pierpaolo Pedetti, e ancora il consigliere di Forza Italia Giordano Tredicine vicepresidente del consiglio comunale e vicecoordinatore del partito per il Lazio

Custodia cautelare in carcere anche per l'ex presidente del X municipio, quello di Ostia, Andrea Tassone del Pd. Poi Angelo Scozzafava, ex capo dipartimento delle Politiche Sociali del Comune di Roma. I provvedimenti hanno riguardato anche alti dirigenti della Regione Lazio come Daniele Magrini nella veste di responsabile del dipartimento Politiche Sociali. In manette anche Mario Cola, dipendente del dipartimento Patrimonio del Campidoglio e Franco Figurelli che lavorava presso la segreteria di Mirko Coratti. Infine posto ai domiciliari il costruttore Daniele Pulcini.

Nuova misura per Buzzi
Tra i destinari del provvedimento restrittivo figura di nuovo Salvatore Buzzi, presidente della 'cooperativa 29 giugno', detenuto a Nuoro dallo scorso dicembre in quanto ritenuto uno dei capi dell'associazione di stampo mafioso assieme all'ex Nar, Massimo Carminati. Il gip Flavia Costantini ha invece bocciato la richiesta della procura di arrestare Luca Odevaine e Giovanni Fiscon, ex dg di Ama, attualmente agli arresti domiciliari a Roma.

Il blitz all'alba: "Un ramificato sistema corruttivo"
Il blitz dei carabinieri è scattato all'alba nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, L'Aquila, Catania ed Enna. Nell'ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Roma, vengono ipotizzati a vario titolo i reati di associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori ed altro. Secondo gli investigatori, gli accertamenti successivi agli arresti avvenuti a dicembre hanno confermato "l'esistenza di una struttura mafiosa operante nella Capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali". In particolare le indagini hanno documentato quello che gli inquirenti definiscono un "ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d'imprese, non solo riconducibili al sodalizio, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori".

Fonte: Rai News

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