venerdì 19 giugno 2015

La Francia blinda le frontiere, ma coi migranti guadagna 12miliardi di euro

Il piano del governo: 4mila nuovi alloggi entro il 2016 per i richiedenti asilo, ma controlli serrati. Stretta su clandestini e “migranti economici”

Marco Cesario

Migranti irregolari a Calais, Francia (DENIS CHARLET/AFP/Getty Images)

PARIGI - «Il continente-fortezza è un blocco di nazioni che uniscono le proprie forze per ottenere accordi commerciali favorevoli da Paesi terzi, ma che allo stesso tempo pattugliano severamente le proprie frontiere per non far passare i cittadini di quegli stessi paesi». Così Naomi Klein definiva la natura del continente-fortezza e, per esteso, così appare oggi, in tutto il suo grigio splendore, la Fortezza Europa. Ad aggravare la situazione sono i numeri dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) proprio alla vigilia della giornata mondiale dei rifugiati, il 20 giugno. Sessanta milioni di rifugiati nel solo 2014.

Di questo passo, il 2015 rischia di essere molto peggio, proprio nel momento in cui le mure della fortezza s’irrobustiscono e anche Schengen diventa carta straccia pur di fermare i flussi ininterrotti. E mentre la querelle italo-francese a Ventimiglia assume toni drammatici, a Calais centinaia di migranti provenienti dal campo profughi soprannominato New Jungle cercano invano di guadagnare Tir e convogli per imbarcarsi verso Dover e la polizia reagisce con veemenza, scatenando una vera e propria guerriglia urbana nel traffico verso la Manica.

La crisi dei migranti ha spinto il governo a presentare un piano per gestire al meglio il problema dell’asilo e dell’accoglienza. Si tratta di colmare quel vuoto dell'azione politica francese per mettersi in norma, ricordare all’Europa e all’Italia che malgrado tutto la Francia ha una grande tradizione di asilo politico, reagire efficacemente con umanità ma anche fermezza. Ma quali sono i punti chiave?

Il piano del governo francese: 4mila nuovi alloggi entro il 2016 per i richiedenti asilo

Il governo ha annunciato che s’impegnerà a creare, entro il 2016, altri quattromila posti in aggiunta a quelli già esistenti nei centri di accoglienza per i richiedenti asilo (Cada). Di questi, almeno duemila dovrebbero essere già disponibili entro la fine dell’anno. Solo coloro che hanno presentato domanda potranno accedere a questi alloggi. Così la capacità totale di accoglienza dovrebbe raggiungere i 34mila posti in totale. Una volta accettata la domanda d’asilo, i migranti potranno ottenere lo status di rifugiati. Per coloro che l’avranno ottenuto, lo Stato s’impegna a creare 5mila alloggi autonomi e un accompagnamento per facilitare l’inserimento.

Per i migranti in transito, il ministro francese degli alloggi Sylvia Pinel ha pensato anche alla creazione di alloggi d’emergenza, di cui subito 1.500 per tamponare il problema dei migranti senza alloggio, tra cui quelli di Parigi e Calais. Intanto l’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e apolidi (Ofpra) ha annunciato la creazione di una Casa dell’Asilo che proprio in prossimità del campo profughi di Calais esaminerà tutte le domande d’asilo avvalendosi di un nuovo organico di dieci-quindici persone. Nel campo in cui sopravvivono circa 3.000 persone in condizioni insalubri saranno creati nuovi sanitari e docce. Nuove strutture modulari e altri operatori che avranno la missione di pulire e anche di fare da mediatori.

Misure di allontanamento per immigrati “irregolari”

Se il governo, con l’approvazione del nuovo piano, dimostra il lato umano soprattutto verso i richiedenti asilo, verso gli altri migranti sembra intenzionato invece ad usare il bastone della fermezza. L’imperativo per il governo francese è uno: ridurre l’afflusso di clandestini o cosiddetti migranti economici, ai quali il governo non farà nessuna concessione. Tra le misure previste la creazione di una task force della polizia giudiziaria per smantellare le reti di trafficanti di esseri umani.

La nuova task force sarà coordinata dall’Ufficio per la Repressione dell'Immigrazione irregolare e l’impiego di stranieri senza permesso (Ocriest). Oltre a ciò saranno rafforzati i controlli a frontiere e punti strategici come porti, stazioni, autostrade. Parallelamente aumenteranno anche i posti in detenzione provvisoria in vista delle misure di restringimento e di allontanamento forzato dal territorio francese. Con il 22% delle domande d’asilo accettate, la Francia è ben al di sotto della media europea (45%).

Accoglienza e respingimenti: i numeri dei migranti che fanno discutere

Ma quanto spendono i Paesi dell’UE per respingere i migranti? Oltre undici miliardi di euro dal 2000, secondo il rapporto recentemente pubblicato dal collettivo The Migrant Files, un consorzio di una ventina di giornalisti di diversi Paesi europei che ha effettuato sei mesi di ricerche. Altri 1,6 miliardi sono spesi dai paesi dell’UE per assicurarsi la protezione della frontiere dell'Europa.

Insomma, gli Stati membri dell’UE spendono vere e proprie fortune, non tanto per l’accoglienza ma soprattutto per respingere i migranti: ovvero in media 4mila euro a migrante, di cui la metà soltanto per i costi di trasporto. Dal lato loro, i migranti hanno speso quasi sedici miliardi di euro per pagarsi il passaggio e riuscire a raggiungere le coste dell’UE. Intanto in Francia rispunta il famoso rapporto presentato da un gruppo di deputati socialisti che, avvalendosi del contributo di diversi economisti, dimostrava che l’immigrazione genera più benefit che costi. Nel rapporto, presentato dalla deputata socialista Sandrine Maziers, si sottolineava come i migranti che giungono in Francia siano in maggioranza nella fascia attiva della popolazione (25-50 anni), e contribuiscano dunque al mantenimento del sistema pensionistico.

Nel breve termine, certo, il loro ingresso fa abbassare il livello degli stipendi dello 0,04% per ogni 50.000 arrivi, ma il loro apporto al budget dello Stato è stato quantificato in 12 miliardi di euro, ovvero 2.250 euro che ogni immigrato porterebbe alle casse dello Stato francese, secondo i calcoli dell’economista Lionel Ragot. Oggi, quel rapporto (le cui cifre sono state inspiegabilmente corrette al ribasso senza spiegazioni di sorta) crea non poco imbarazzo proprio alla maggioranza socialista, scissa tra l’utilizzare alternativamente il bastone o la carota verso i migranti.

Fonte: Linkiesta.it

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