sabato 28 giugno 2014

La Grecia sempre più sull'orlo del baratro per volere della troika: ora tutto è in vendita


Di Salvatore Santoru

La Grecia, culla della civiltà mediterranea e europea, si trova sempre di più vicina al baratro.
Come riportato da un articolo dell'Unità, tutto è in vendita: isole (compresa quella di Elafonisos, nella foto), porti, aeroporti, strade e anche acquedotti.


Come scritto nel sito Tribuno del Popolo, con queste privatizzazioni a buon mercato si dovrebbero recuperare non meno di 22,3 milioni di euro e il tutto entro il 2020.

La disoccupazione e la povertà sono alle stelle, e secondo l'Unicef oltre 600mila bambini sono a rischio povertà ed esclusione sociale.

Questa situazione è stata causata dalle politiche di lacrime e sangue imposte dal governo per volere della troika, ovvero l'organismo che governa l'Unione Europea e che risponde ai dettami dell'alta finanza internazionale.

Tutto questo dimostra come non mai il fallimento delle politiche adottate dall'Unione Europea, eppure secondo i suoi più accaniti sostenitori ne è la prova del successo.

Su ciò basta ricordare cosa disse l'ex presidente del Consiglio italiano Mario Monti, a proposito della situazione greca che precipitava sempre di più : "la Grecia è la dimostrazione del successo dell'euro".



Il pensiero di Monti si può capire alla luce del fatto della sua appartenenza nei circoli che contano, dalla Commissione Europea al Bilderberg, gruppo che nelle questioni europee ha avuto sempre una grande importanza, e infine alla Goldman Sachs, una delle più potenti banche d'affari internazionali.

Bisogna precisare che sostanzialmente Monti è sempre stato un'esecutore delle politiche di questi poteri forti, e quindi relativamente un'esponente di basso livello, sempre prone a seguire i diktat di essi.

Essenzialmente la stessa Unione Europea è basata sul potere di grandi organismi sovranazionali come il Fondo Monetario Internazionale, che sostanzialmente fa gli interessi dell'oligarchia finanziaria mondiale.

Non è un caso che alcuni dei maggiori esponenti dell'UE siano stati collegati al mondo dell'alta finanza, si pensi  all'attuale presidente della BCE Mario Draghi o agli stessi Monti e Papademos, accomunati dall'essere stati appartenenti alla Goldman Sachs.


Si potrebbe dire che in fin dei conti l'UE sarebbe meglio chiamarla come "Unione antieuropea", visto che le sue politiche sono orientate perlopiù sul fare gli interessi dei grandi gruppi di potere finanziario e industriale, a scapito dei popoli europei che in teoria dovrebbe rappresentare .

Tornando alla Grecia, per capire meglio la situazione consiglio la visione di "Debtocracy", un documentario dei giornalisti Katerina Kitidi e Aris Hatzistefanouuscito, uscito nel 2011 e che si concentra principalmente sulle cause della crisi greca e su alcune possibili soluzioni future per superarla.



Di solito gli opinionisti europeisti considerano la crisi greca come mero risultato della politica "spendacciona" e corrotta dei governi che si sono succeduti negli anni novanta.

Bisogna riconoscere che effettivamente c'è stata una situazione del genere, ma anche che questi governi erano sostanzialmente alla mercè dell'UE e della finanza internazionale, e quindi la strategia dell'alta finanza e della troika di far pagare il popolo per politiche volute da suoi "burattini" è indubbiamente cinica.

Tra l'altro, ciò che di solito non viene detto è che la Grecia fu costretta ad entrare nell'UE contro la volontà popolare (come l'Italia) e per far ciò il ministro delle finanze dell'epoca, Nikos Christodoulakis, fu costretto a truccare i conti, come fecero, stando alle sue parole, un pò tutti i paesi (Italia compresa).

Difatti è a partire dalle sue basi che l'UE è fondata sull'errore e il suo progetto ora come ora dovrebbe essere fermato, e magari porre le basi per una diversa Europa, che rifiuti il modello tecnocratico su cui è basata l'attuale unione.

Ora la Grecia e l'Europa passo dopo passo devono risalire dagli inferi in cui gli oligarchi finanziari e i loro emissari e servitori l'hanno portate, rifiutare gli obsoleti modelli causa del loro male e allo stesso tempo porre le basi per una Grecia e un'Europa veramente libere e indipendenti.


Fonte: Informazione Consapevole

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venerdì 27 giugno 2014

Ciao Ciro

Si sono svolti oggi, nel quartiere Scampia di Napoli, i funerali di Ciro Esposito, il giovane tifoso morto pochi giorni fa, dopo 50 giorni di agonia, a seguito delle ferite riportate negli scontri dello stadio Olimpico di Roma prima della finale di coppa Italia Napoli-Fiorentina dello scorso 3 maggio. Un lungo applauso e tanti cori hanno accompagnato il feretro di Ciro, ricoperto di sciarpe di squadre di calcio. E' stata intitolata a suo nome la piazza delle esequie e un campo di calcio. Erano presenti migliaia di tifosi, provenienti da tutta Italia. Presenti anche il Sindaco Luigi De Magistris, il Presidente del Coni Giovanni Malagò, il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e il calciatore Lorenzo Insigne. All'inizio del rito funebre, il pastore ha detto: "Ragazzi non siate animati da sentimenti di odio e vendetta. Mi rivolgo a tutte le tifoserie d'Italia: allo stadio portate sciarpe, bandiere, trombe e non coltelli, spranghe e pistole. Che Dio vi benedica". La fidanzata: "Ciro ucciso da chi non ha Dio nel cuore". "Basta con la violenza. Altrimenti Ciro verrà ucciso due volte".

Ciao Ciro. R.I.P.

giovedì 12 giugno 2014

Che ci fa Pina a Bruxelles?

È il contesto a complicare la vicenda: quando Bruxelles diventa trampolino di lancio per il candidato Governatore. Come mai un fine progettista come Matteo Renzi decide di buttare allo sbaraglio una debuttante come Pina Picierno? Ad una prima occhiata sarebbe sembrata una timida vendetta verso chi per anni aveva osteggiato quell'area della sinistra che voleva staccarsi dalla vecchia politica. Un sistema per mandare in Europa, dove i parlamentari italiani contano meno di zero, quella ragazzotta di paese che ha cominciato a condividere la linea Renzi solo quando si è resa conto di un’inevitabile vittoria alle primarie del sindaco di Firenze. Eppure alcuni nascono con la camicia e così si trovano a 25 anni a diventare, senza neanche un voto di preferenza, parlamentare italiano. Cinque anni più tardi, senza neanche un voto sulla propria persona, e soprattutto, senza aver acquisito un minimo di credibilità sul territorio, entra nuovamente a far parte delle fila dei parlamentari del Partito Democratico. In pole position con Veltroni, con Franceschini, con Bersani, con Letta e perché no anche con Renzi.

Proprio quest’ultimo le affida addirittura il ruolo di capolista per il Sud Italia alle ultime elezioni Europee e la manda allo sbaraglio di ogni talk show per raccontare una falsa verità sulla depenalizzazione del reato per rapporti tra mafia e politica, per raccontare che con 80 euro una famiglia fa spesa per due settimane, per non parlare delle lobby che controllano il suo partito, ma soprattutto per dimenticare che dopo venti anni Berlusconi ha meno potere, ma non troppo. Oggi il nemico numero uno è Grillo e così sono centinaia le cretinate contro questo nuovo gruppo. Figuracce su figuracce, al punto tale da identificare lei come la vittima sacrificale del Pd che vola verso l’Europa. Eppure la direzione nazionale del partito mette da parte ogni scampolo di dignità e dà un’indicazione di voto chiara per 25 maggio ai suoi iscritti, mediante le segreterie locali del partito: “Tra gli uomini votate chi volete, ma la preferenza femminile datela a Pina Picierno”. Il risultato della notte tra 25 e 26 maggio è chiaro e palese: migliaia di voti per lei e per il Pd. Tutto ciò per mandare a Bruxelles una mezza calzetta? Tutto per fare in modo che una donna che non spicca per intelligenza, tantomeno per qualità di linguaggio (ma dove sono finiti i Berlinguer e De Gasperi che con un colpo di tosse mandavano in delirio le piazze?), andasse via dal Parlamento. Tutto per mandarla in un non luogo dove il peso politico dell’Italia è meno di zero. Non una commissione che conti presieduta da un europarlamentare d’italica fattura, non una proposta di legge a favore dell’agricoltura nostrana, nulla a pretendere mai sulla politica estera e sull’accoglimento dei profughi. Come mai il figliol prodiga del Pd, quella che è sempre salita sul carro del vincitore in corsa e sempre in paradiso per sbaglio, è stata esiliata nel cuore del vecchio continente, relegata a poco più di una mano che, senza capire mai troppo, si alza per decidere il futuro dell’economia locale?

Si potrebbe provare a chiedere al suo portavoce, quella persona per cui lo Stato italiano prima e quello europeo poi pagano fior di quattrini. Eh già ma non si può: il portavoce di Pina Picierno è papà. È il fratello di Raffaele, già sindaco di Teano per un trentennio in cui la città sidicina ha perso ogni forma di dignità politica, via Caserma della Finanza, Ospedale cittadino, con Agenzia delle Entrate e Mercato Rionale ridotti all’osso e persino il luogo dell’incontro dell’Unità d’Italia è ufficialmente stato riconosciuto ad un altro comune e non sarà mai più Teano la città dell’incontro.

Beh visto che a babbo Picierno, portavoce della brava figliola, la domanda non si può rivolgere, un’ipotesi la facciamo noi. Vuoi vedere che la Pinuccia stia puntando, con il benestare di Matteo Renzi, alle elezioni regionali della prossima primavera? Pina Governatore della Campania. Certo Bassolino e De Luca non appoggerebbero mai il movimento, ma si sa: nel Pd tutto è in vendita e in cambio di un ruolo non marginale nella giunta di “Miss 80 euro”, chissà che non cambino idea. Chissà che non sia lei la sorpresa che i piani alti del Pd hanno riservato per risolvere i problemi della camorra, della terra dei fuochi, dei beni confiscati, dei prodotti tipici, del dominio incontrastato dei cinesi, che mangiano di giorno in giorno un pezzo di Napoli.

Il Guerriero della Luce

mercoledì 11 giugno 2014

30 anni fa la morte di Enrico Berlinguer


L'11 giugno 1984 a Padova moriva Enrico Berlinguer, segretario generale del Partito Comunista Italiano

Enrico Berlinguer
La storia rossa d'Italia
Tratto da Biografieonline.it

Enrico Berlinguer nasce a Sassari il 25 maggio 1922. Consegue la maturità classica e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Sassari, sostenendo tutti gli esami e progettando di laurearsi con una tesi dal titolo "Filosofia del diritto: da Hegel a Croce e Gentile". Nell'ottobre del 1943 si iscrive al Partito Comunista Italiano, diventando Segretario della sezione giovanile di Sassari.

All'inizio del 1944 Berlinguer è ritenuto uno dei responsabili dei "moti per il pane" verificatosi in quei giorni a Sassari: viene arrestato. Viene prosciolto e scarcerato alla fine del mese di aprile. Poco dopo è nominato responsabile della Federazione Giovanile Comunista di Sassari.

Si trasferisce poi a Roma ed entra a far parte della Segreteria Nazionale del Movimento Giovanile Comunista.

Nel 1945, dopo la Liberazione è a Milano come responsabile della Commissione giovanile centrale del PCI. 

Tre anni più tardi, al VI Congresso del PCI, viene eletto membro effettivo del Comitato Centrale e membro candidato della direzione del partito. In seguito, al Congresso nazionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana, viene eletto Segretario Generale: manterrà la carica fino al 1956; assume inoltre la Presidenza della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica che ricoprirà fino al 1952.

Nel 1957 sposa Letizia Laurenti, dal cui matrimonio nasceranno quattro figli (Bianca, Marco, Maria e Laura); in questo periodo torna in Sardegna come Vice Segretario Regionale del PCI.

Sarà Segretario Regionale del PCI del Lazio dal 1966 al 1969. Eletto deputato, entra in Parlamento per la prima volta nel 1968 divenendo membro della Commissione Esteri; ben presto all'interno del partito arriva alla carica di Vice Segretario Nazionale.

Al XIII Congresso Nazionale del PCI, svoltosi a Milano nel marzo del 1972, Berlinguer viene eletto Segretario Nazionale.

E' il 7 giugno 1984 quando si trova a Padova: durante un comizio per le elezioni europee un ictus cerebrale lo colpisce. Morirà pochi giorno dopo, l'11 giugno.

Alcune frasi di Enrico Berlinguer

'La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico' (da un'intervista a la Repubblica del 28 luglio 1981)

'Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c'è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia'

sabato 7 giugno 2014

Job Meeting Roma



La fotografia della giornata è stata perfettamente messa a fuoco dalla giornalista Giulia Merlo del Fatto Quotidiano. Io c'ero, al Job Meeting di Roma del 29 Maggio scorso. Sono di fianco a chi riprende questi ragazzi che protestano.

Innanzitutto, un interminabile questionario anonimo su attitudini e ambizioni, assolutamente irrilevante ai fini della giornata, ma che serve solo ad alimentare le statistiche (siamo numeri) e il nervosismo.

Diciamo subito che ai Job Meeting non si trova lavoro (ma nessuno è mai partito una idea del genere, onestamente). Ma, comunque, non ti aspetti che dopo aver fatto file chilometriche per lasciare un curriculum (e che curriculum!) ti venga detto di inviarlo on line tramite il loro sito, oppure che il tuo profilo non è ricercato (potevate mettere un cartello con i profili che erano richiesti?), oppure che non ci sono posizioni aperte al momento (e perchè sei qui?perchè io sono qui?). E non ti aspetti neanche che aziende, come l'Indesit (che ha messo in cassa integrazione centinaia di lavoratori), abbiano da proporti sul serio qualcosa. 

L'obiettivo di ogni giovane laureato/depresso//futuro terrorista è quello di distribuire quanti più curricula possibile. E dopo aver distribuito i miei, nel workshop del pomeriggio, c'è una tipa che mi spiega come i curriculum formato Europass siano assolutamente da evitare ("oggi ti devi distinguere, gli Europass omologano tutti"). Indovinate che curriculum avevo.

Comunque, in conclusione, zero lavoro, stage come il famoso ago nel pagliaio (ma devi dare fuoco alla paglia), e molti stand a proporre master (alla fine sei pure tu che devi pagare loro, e lautamente).

Questi meeting sono posti di una tristezza unica, dove incontri centinaia, migliaia di persone che chiedono solo dignità.

Io nel frattempo ho lasciato il curriculum anche a 'sti ragazzi del video.

Mirco Sirignano

Fonte: Mirco/Siri

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giovedì 5 giugno 2014

I leader del G7 minacciano nuove sanzioni contro la Russia


I leader del G7 a Bruxelles, il 5 giugno 2014. (Geert Vanden Wijngaert, Ap/Lapresse)

I paesi riuniti al G7 hanno minacciato nuove sanzioni contro la Russia per l’annessione della Crimea e per aver alimentato la crisi nell’est dell’Ucraina. I leader politici, riunitisi a Bruxelles il 4 e 5 giugno, hanno criticato Mosca per le sue “continue violazioni” della sovranità ucraina.

I capi di stato riuniti al G7 hanno anche chiesto alla Russia di riconoscere i risultati delle elezioni Ucraine, di completare il ritiro delle sue truppe dal confine orientale con l’Ucraina e di interrompere le forniture di armi ai separatisti filorussi.

Quello di Bruxelles è stato il primo G7 senza la Russia, espulsa dal gruppo proprio in seguito alla crisi in Ucraina. Alla riunione, che per la prima volta si è svolta nella capitale belga, hanno partecipato Barack Obama (Stati Uniti), Stephen Harper (Canada), Matteo Renzi (Italia), Shinzō Abe (Giappone), Angela Merkel (Germania), François Hollande (Francia) e David Cameron (Regno Unito). Ospiti del vertice anche Herman Van Rompuy, presidente del consiglio europeo, e José Manuel Barroso, presidente della commissione europea.

Anche se non era presente a Bruxelles, Vladimir Putin terrà dei colloqui individuali con gli altri leader del G7, tranne Obama, a Parigi dopo la fine del vertice. L’incontro con il presidente statunitense invece dovrebbe avvenire il 6 giugno, in occasione di una cerimonia per l’anniversario dello sbarco in Normandia.

“Siamo uniti nel condannare la Russia per la continua violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”, hanno scritto i leader in un comunicato congiunto pubblicato alla fine del vertice. Il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, ha commentato così il comunicato: “Il cosiddetto G7..cinismo senza limiti”. 

Il 4 giugno, durante una visita diplomatica a Varsavia, in Polonia, Barack Obama aveva già condannato “l’aggressione” di Mosca nei confronti dell’Ucraina.

La crisi continua. Nel frattempo in Ucraina i separatisti filorussi hanno preso il controllo di due basi nella regione di Luhansk, nell’est del paese, dopo un combattimento con l’esercito ucraino. Gli scontri continuano anche nelle città di Sloviansk e Krasnyi Lyman. Entro il 6 giugno il governo ucraino dovrebbe decidere se introdurre oppure no la legge marziale nell’est del paese.

Fonte: Internazionale