mercoledì 9 ottobre 2013

Italia, il Paese delle carceri fantasma

Mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano interviene sul dramma dell’emergenza carceri e invia un messaggio alle Camere per scuotere le forze politiche e sollecitarle all’adozione di “rimedi straordinari” con cui mettere fine al sovraffollamento, torna prepotentemente di attualità la ricerca dell’associazione Antigone sulle “carceri fantasma”.

L’associazione, nel 2011, indicò una quarantina di strutture. Spesso ultimate, a volte anche arredate, ma non utilizzate e in stato di totale abbandono. O, in rari casi, sottoutilizzate in maniera drammatica. Gli istituti penitenziari in Italia ospitano mediamente 140 detenuti ogni 100 posti. Di strutture per tamponare l’emergenza ce ne sarebbero, ma non sono funzionanti.

L’elenco delle carceri fantasma è lungo e riguarda tutta la penisola. Ad Accadia, nel Foggiano, il penitenziario consegnato nel 1993 e ora di proprietà del Comune non è stato mai utilizzato. Nella stessa provincia, a Bovino, esiste una struttura da 120 posti, completata, ma che non è mai stata funzionante. Ancora in Puglia, la struttura di Orsara. O, ancora, quella di Francavilla Fontana, utilizzata per un po’ di tempo e poi adibita a sede della Polizia municipale. L’istituto di Spinazzola, attualmente chiuso, invece, ospitava 40 detenuti , pur potendone accogliere cento.

Ci sono, poi, l’istituto di Minervino Murge, mai completato, e la struttura di Casamassima, “condannata all’oblio da un decreto del Dipartimento”. A Monopoli, dove gli sfrattati avevano trovato un tetto nelle celle, la prigione è stata dismessa.

La casa mandamentale di Volturara Appula, con 45 posti a disposizione, è incompiuta. Quella di Castelnuovo di Dauna, arredata, non è mai stata aperta, pur essendo trascorsi più di 17 anni.

Le cose non vanno meglio in Calabria. Ci sono le carceri di Mileto, Cropani, Squillace (ristrutturata e mai aperta) e le case mandamentali soppresse di Arena, Soriano Calabro, Petilla Policastro e Cropalati. C’è carcere di Palmi, fatiscente.

In Sicilia è stato aperto il carcere di Gela, ma a Villalba (Caltanissetta) esiste una prigione inaugurata 20 anni fa e costata 8 miliardi di lire, in grado di accogliere 140 persone, mai aperta. Ad Agrigento sono ormai bloccati i lavori di costruzione di un padiglione in grado di accogliere 300 persone; l’azienda costruttrice è fallita.

Carceri fantasma si trovano, poi, in Campania: quello di Gragnano è stato dismesso per un problema geologico. Dismesso anche il carcere di Frigento. Quello di Morcone è completato ma ancora chiuso.

Il carcere di San Valentino in Abruzzo è stato trasformato in una struttura di accoglienza per i turisti. A Pescia, in Toscana, il ministero ha soppresso la casa mandamentale. Il Barcagliona di Ancona ha 180 posti, ma i detenuti sono 100; la struttura è in attesa di potenziamento.

A Udine non esiste più la sezione femminile. A Gorizia è inagibile un intero piano. A Pisa i lavori per la costruzione del nuovo padiglione sono bloccati.

Criticità anche in Umbria: il centro clinico di Capanne resta inutilizzato e a Terni manca il personale per attivare un padiglione da 300 posti, completato.

In Piemonte, a Pinerolo, il carcere è chiuso da oltre 15 anni. In Emilia Romagna c’è la struttura di Codigoro, chiusa; al Dozza di Bologna era stato espropriato un terreno nei pressi del penitenziario per costruire un centro sportivo a disposizione degli agenti, ma è stato realizzato solo lo spogliatoio, diventato rifugio di senzatetto (tutto è costato 3 milioni e mezzo di euro). A Forlì era in progetto una prigione da 400 posti: la ditta è fallita e nel sottosuolo sono stati trovati reperti archeologici.

Fonte: Young

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