venerdì 28 gennaio 2011

Virus informatico Stuxnet negli impianti nucleari iraniani, si teme una Chernobyl

L’Iran rischia una Chernobyl. Gli esperti nucleari russi che stanno mettendo in funzione la centrale nucleare di Bushehr, sul Golfo Persico, si sono rivolti addirittura al Cremlino perchè convinca gli iraniani (che hanno molta fretta) ad aspettare.

I russi dicono in sostanza di non poter garantire la sicurezza della centrale a causa dei danni prodotti da Stuxnet, il virus informatico che ha colpito i nascenti impianti nucleari iraniani e che – ha scritto domenica il New York Timesè stato partorito da uno sforzo congiunto dei servizi segreti americani ed israeliani.

La storia è sul quotidiano britannico Telegraph, che dice di aver preso visione del disperato Sos inviato per iscritto dagli esperti nucleari russi al Cremlino.

Il programma nucleare iraniano è da tempo oggetto di tensioni internazionali. Secondo Israele, gli Usa e i Paesi occidentali in generale, farebbe da paravento all’intenzione di costruire una bomba atomica. Gli iraniani giurano che non è vero.

Non tocca a questo blog stabilire chi ha ragione: e in ogni caso, fosse per me, civile o militare il nucleare non lo userebbe nessuno.

Sta di fatto che – secondo la ricostruzione del New York Times – Usa e Israele, che hanno armi e centrali nucleari, hanno spedito agli iraniani il virus Stuxnet per mettere Ko la gestione informatizzata degli impianti. Missione compiuta, pare.

Le operazioni per mettere in funzione la centrale iraniana di Bushehr sono iniziate in autunno. Le autorità iraniane smentiscono i danni da Stuxnet: secondo la loro tabella di marcia, l’energia nucleare deve entrare nella rete elettrica entro l’estate.

Ne fanno una questione di prestigio internazionale – scrivono i tecnici russi nel loro Sos al Cremlino – e non sono disposti ad accettare alcun ritardo.

Sempre i russi dicono di non essere in grado di garantire l’avvio in sicurezza della centrale dopo il passaggio di Stuxnet nei computer.

Affermano che gli iraniani, premendo per far comunque entrare in funzione la centrale, non mostrano la responsabilità professionale e morale richiesta per il loro ruolo ed anzi disprezzano la vita umana. Infine, sostengono che se la Russia permettesse il proseguimento delle operazioni a Bushehr potrebbe ritrovarsi sotto accusa per un’altra Chernobyl.

Speriamo proprio di no. Ma se mai dovesse accadere, la responsabilità non sarebbe solo del mancato intervento russo e della colpevole testardaggine iraniana.

Sul New York Times il virus Stuxnet, cruciale per rallentare il programma nucleare italiano, creato da americani e israeliani

Un articolo di novembre su Italia News iniziato il processo per mettere in funzione la centrale nucleare di Bushehr

Fonte: Blogeko

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