lunedì 24 maggio 2010

Legambiente compie trent'anni e guarda al futuro


Lo stop al nucleare, l’abbattimento degli ecomostri, la lotta allo smog e alle fabbriche killer, l’affermarsi della green economy e delle energie alternative, la difesa dell’agricoltura tradizionale, la mobilità sostenibile, il rapporto tra la scuola e il territorio. Sono solo alcune delle tappe più significative della storia di Legambiente, conquistate nel corso dei trent’anni dell’associazione che venerdì ha spento la sua trentesima candelina.

A celebrare l’anniversario, lo scorso 21 maggio, insieme ai volontari dell’associazione erano presenti Rossella Muroni e Vittorio Cogliati Dezza, rispettivamente direttrice generale e presidente nazionale di Legambiente, che nel corso del convegno "Participio futuro, da trent’anni per continuare a cambiare" hanno ripercorso l’evoluzione dell’ambientalismo negli ultimi trent’anni in Italia. Un’occasione per tracciare un bilancio dei suoi effetti innovativi nella società, mettendo a confronto i fondatori del pensiero ecologista in Italia con i trentenni di oggi. In trent’anni, infatti, Legambiente ha contaminato la società con argomenti, proposte, esperienze, stili di vita, ma in questo arco di tempo il Paese è cambiato moltissimo e insieme a lui anche la percezione dell’ambientalismo. Una storia raccontata anche nel libro di Legambiente “Ricomincio da trenta”, presentato nel corso del convegno in cui, con testimonianze e fotografie, si ripercorre l’evoluzione dell’associazione in parallelo a quella del Paese, in una sorta di album di famiglia che racconta i principali appuntamenti con la storia in chiave ambientalista.

“Ripercorrendo le tappe più significative della nostra storia, sono evidenti le conquiste legislative, i cambiamenti culturali e degli stili di vita a favore della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini” - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza -. Questo legittimo orgoglio però non ci farà abbassare la guardia: dai cambiamenti climatici alla propaganda nucleare, le questioni ambientali sono quanto mai all’ordine del giorno e sempre più in cima alla lista delle priorità dei governi. È per questo che abbiamo voluto avviare un confronto, anche generazionale, con chi inciderà nell’agire sociale dei prossimi decenni per delineare le nuove strategie e rispondere alle future sfide che attendono il Paese, nella speranza, e con l’obiettivo, che tra trent’anni i cambiamenti in meglio siano ancora molti di più. Perché l’ambientalismo è la ricetta giusta per rendere più moderno, più giusto e più bello il nostro paese”.

“Abbiamo saputo dimostrare che investire nella salvaguardia dell’ambiente e della salute può costituire una grande opportunità per le future generazioni e per l’innovazione del nostro Paese” - ha dichiarato Rossella Muroni -. Gran parte dei risultati ottenuti sono stati possibili grazie alla partecipazione volontaria di centinaia di migliaia di persone che in tante occasioni abbiamo incontrato nelle piazze e che hanno collaborato con noi. Ad oggi sono circa 1000 i circoli del Cigno che ci permettono di essere l’associazione ambientalista più diffusa in Italia col privilegio di essere presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, lì dove i fatti avvengono e le persone operano, mettendo in pratica valori e ideali”.

1980–2010, trent’anni, che dal punto di vista ambientale, mostrano principalmente due facce, una statica e una dinamica. In Italia si riaffaccia oggi lo stesso nucleare bocciato negli anni 80, la mobilità è sempre immobile, speculazione edilizia, abusivismo e consumo di suolo accelerano e rallentano a seconda del vento che tira nel Paese, la criminalità organizzata si è impossessata della gestione di una parte consistente dei business ambientali.

Contemporaneamente, però, nel nostro Paese si stanno diffondendo le energie rinnovabili, il territorio protetto è ormai prossimo al 20%, le piste ciclabili urbane sono passate dai 3 chilometri del 1980 agli attuali 2.850, la raccolta differenziata ha superato quota 30%, i consumi di cibi biologici sono in crescita, la green economy è una realtà del mercato globale. Insomma, qualcosa è cambiato e questo qualcosa deve essere la base di una nuova sfida per un Paese (un Mondo) più sano, più attento ai diritti, più vivibile, più moderno, più competitivo.

Fonte: Terranauta

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