lunedì 31 maggio 2010

Agriasilo, la scuola desiderata da 3 genitori su 4

Più di tre genitori su quattro (78 per cento) spera di far crescere i propri figli in un ambiente semplice, familiare e naturale dove sia possibile giocare all’aria aperta con piante e animali, e mangiare cibi sani. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Swg 2010, i cui risultati sono stati diffusi in occasione di “Far crescere il futuro”, organizzato da Donne Impresa della Coldiretti, dove è stata presentata una nuova sperimentazione nei processi formativi e di crescita del talento: l’“agriasilo”, ovvero l’asilo in fattoria, una realtà già presente in alcune regioni dell’Italia settentrionale - Piemonte, Veneto, Trentino e Friuli - e in forte diffusione su tutto il territorio, come dimostrato da centinaia di richieste, inoltrate soprattutto da giovani imprenditrici agricole.

Grazie alle nuove normative è possibile accogliere all'interno di aziende, agriturismi e fattorie, bambini fino a 3 anni (negli “agrinidi”) e dai 3 ai 6 anni (negli “agriasili”), per far trascorre loro le ore scolastiche immersi nella natura, a contatto con gli animali e mangiando prodotti naturali e di stagione. In rispetto alla normativa vigente, che fissa il numero massimo di bambini in relazione alla metratura dei locali, si tratta in genere di piccole classi, che permettono un’attenzione più mirata ai singoli bambini durante le varie attività quotidiane, che comprendono anche tutte quelle tipiche di un asilo tradizionale.

Queste innovative strutture per l’ospitalità infantile si stanno diffondendo nelle campagne, o in zone limitrofe alle città con progetti che coinvolgono anche le grandi metropoli, per supplire alla carenza delle strutture esistenti in città, nonché al basso livello di soddisfazione che il 51 per cento delle famiglie italiane esprime nei confronti dell'offerta di nidi o scuole materne comunali.

Secondo l’indagine, i genitori prediligono gli agriasili principalmente per quattro motivazioni: la possibilità di stare all’aria aperta (scelta dall'80% degli intervistati), il contatto diretto con la natura (76%) e con gli animali, (51%), e la possibilità di mangiare cibi stagionali, locali e di stagione (67%).

Il metodo educativo prevede l’avvicinamento graduale all’ambiente agricolo, attraverso attività ludiche che mirano a sviluppare le capacità creative-manuali e a far emergere le abilità. I bambini, partecipando a laboratori didattici che si differenziano in base alle peculiarità dell’azienda agricola, imparano a fare il pane, a conoscere i ritmi stagionali della natura, a coltivare un orto e a prendersi cura degli animali della fattoria. Il mondo degli animali, inoltre, può rappresentare una vera è propria terapia per bambini con problemi di disabilità o per migliorare l’interazione sociale di bimbi molto introversi.

In relazione ai dati allarmanti divulgati dal Ministero della Salute secondo i quali più di un milione di bambini italiani tra i 6 e gli 11 anni, pari a 1 su 3, ha problemi di obesità, la Coldiretti ha sottolineato come la possibilità “vera” di conoscere i sapori e i profumi dei prodotti rurali abitua i giovani ad un consumo più sano, contribuendo ad allontanarli dal “cibo spazzatura”, come le merendine preconfezionate, o le zuccherose bibite gassate.

Ma accanto all’opportunità di un’alimentazione sana e a Km zero, i bambini hanno la possibilità di svolgere innumerevoli attività sportive in una sorta di “palestra verde” all’aria aperta.

Ecco alcuni esempi di attività ludiche fornite dalla Coldiretti e proposte ai bambini negli agriasili:

Con frutta e verdura: disegnano usando colori ricavati dalle bucce e dalla polpa degli ortaggi; seminano l’orto; imparano a riconoscere le piante aromatiche toccandole e annusandole;
Con l’uva: costruiscono un grappolo utilizzando il sughero; pigiano le uve per far uscire il mosto;


Con grano e altri cereali: preparano i panini, li fanno cuocere e li riportano a casa; costruiscono strumenti musicali utilizzando i diversi semi;

Con il miele: imitano il lavoro delle api realizzando palline di polline di diverso materiale; preparano dolci a base di miele;

Con gli animali: scoprono cosa mangiano i vari animali, portano loro il cibo e danno il latte col biberon ai vitellini; imparano a riconoscere e imitare i versi degli animali;

La volpe e le galline: un bimbo fa la volpe e gli altri le galline. Quando queste escono dal recinto la volpe deve riuscire a toccarne una. Se ce la fa la gallina “catturata” diviene volpe a sua volta e il gioco ricomincia;

Vola vola la piuma: l’educatore lancia in aria due piume e i bambini, divisi in due squadre, devono cercare soffiando di impedire che la piuma cada a terra;

Il gioco dei girasoli: i bambini disegnano un grande sole di cartone e si rannicchiano poi a terra imitando i girasoli. Quando il sole viene sollevato dall’educatore i bambini si alzano seguendone il movimento.

Fonte: Terranauta

domenica 30 maggio 2010

Le foto della giornata 'Sentieri puliti'

Come promesso, vi posto alcune foto della giornata 'Sentieri puliti', organizzata da Legambiente Pietramelara (il mio piccolo paese), a cui ho preso parte anche io.





Sentieri puliti


Oggi parteciperò, con la sezione di Legambiente Pietramelara (il mio piccolo paese) alla giornata SPIAGGE E FONDALI PULITI, una delle iniziative più importanti di Legambiente a livello nazionale. Siccome il mio paese è circondato da montagne, abbiamo deciso di modificare il nome in SENTIERI PULITI. La giornata sarà dedicata alla raccolta dei rifiuti e alla pulizia dei sentieri. E' un piccolo contributo per migliorare l'ambiente che ci circonda, ma anche un gesto simbolico per sensibilizzare l'opinione pubblica a non inquinare. Se riesco, farò delle foto al nostro lavoro. Buona domenica a tutti.

sabato 29 maggio 2010

Agricoltura biologica, aumentano i consumi


Il settore dei prodotti alimentari biologici prende il largo, occupando sempre più spazio sulla tavola degli italiani e dei consumatori europei. Secondo il Rapporto Eurispes, sul fronte "bio", l’Italia fattura 1,87 miliardi di euro. Non sembrerebbe quasi più un settore di nicchia, se non fosse per il fatto che la spesa bio è ancora condizionata dalla variabile prezzo. Il prodotto bio è ancora considerato costoso rispetto al prodotto convenzionale, ma la scelta di acquisto è condizionata anche dalla ricerca di prodotti ogm free e da ragioni di salute.

Per questi motivi, sempre più consumatori escogitano il modo per non rinunciare al biologico senza alleggerire troppo il portafoglio. A parte la filiera corta, infatti, sono i gruppi di acquisto solidale (Gas) e la vendita diretta a far pulsare fortemente le vendite del biologico attraverso l’acquisto delle cassette o “cassettoni” di frutta e verdura bio e di stagione, che ogni settimana sono composte dai contadini e consegnate nei punti di smercio direttamente ai consumatori associati alla rete dei Gas.

Secondo le stime del Rapporto BioBank 2010, dal 2007 al 2009 in Italia i Gruppi d'acquisto solidale sono cresciuti del 68%, passando dai 356 del 2007 ai 598 del 2009; le aziende con vendita diretta segnano +32% (da 1.645 a 2.176); ma sono in crescita anche i ristoranti (+31%), le mese scolastiche biologiche (+23%) e gli agriturismi (+22%).

Il consumo di prodotti biologici resiste alla crisi, anche grazie ai piccoli produttori biologici che continuano ad investire nel biologico affrontando a denti stretti la crisi e dando così un’ampia diffusione a questo modello agricolo, che non solo fornisce un valore aggiunto e distintivo alle produzioni nazionali, ma tutela l’ambiente e in primis la biodiversità.

Nell’agricoltura biologica, c’è qualcosa di più: si ritrova l’essenza di un modello agricolo multifunzionale, che cioè amplia le funzioni dell’Agricoltura, affidandole ruoli sociali ed economici, e non soltanto quelli legati alla mera produzione di materie prime. Si tratta di un metodo di produzione, ambientalmente sostenibile, che produce positività nella lotta ai cambiamenti climatici e nella tutela degli agroecosistemi ogm-free, per questo dovrebbe essere sostenuto molto di più da politiche agricole innovative.

L’agricoltura biologica, infatti, sta dimostrando di avere grandi potenzialità anche nel recupero e nel rilancio economico dei territori, delle loro culture e tradizioni. Si ampliano le filiere del biologico italiano, ad esempio con la produzione dell’avocado siciliano (varietà Hass) prodotto in provincia di Caltanissetta e che è sbarcato sui mercati europei, mentre nella zona del Cilento continua a crescere il Bio - distretto europeo.

Situato all’interno dell’area del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, occupa una superificie di circa 3.200 kmq e coinvolge ben 95 comuni, tra cui Paestum, Velia e Padula. È un luogo dove l’investimento nell’agricoltura biologica ha messo insieme produttori, consumatori, operatori turistici e gruppi di acquisto solidale, affidando all’Agricoltura un ruolo trasversale. Il Bio - distretto del Cilento mette in rete 350 aziende biologiche, ed è coordinato dall’Aiab Campania, Associazione italiana per l’agricoltura biologica, che ha concretizzato il grande lavoro svolto per anni da associazioni, amministrazioni pubbliche, operatori agricoli e turistici, dando vita a un vero e proprio laboratorio permanente di idee e iniziative ad alto profilo culturale, che punta ad uno sviluppo etico, equo e solidale del territorio cilentano, fondato sul modello biologico.

Buone pratiche come questa dimostrano che l’agricoltura può svolgere un ruolo importante nel rilancio dei territori e delle piccole economie locali e pertanto anche nella creazione di posti di lavoro qualificato per le nuove generazioni. È su questi criteri che l’attività agricola dovrebbe essere sostenuta: non solo la capacità di produzione, ma anche l’adozione di pratiche agronomiche sostenibile e orientate alla tutela della biodiversità, alla valorizzazione dei territori e delle loro culture, la lotta ai cambiamenti climatici e, non ultimo, un contributo concreto per la creazione di nuovi posti di lavoro qualificato per le giovani generazioni.

venerdì 28 maggio 2010

In 3 giorni 9 morti di lavoro


Di lavoro si continua a morire. Gli ultimi 3 giorni hanno fatto registrare l'ennesimo primato negativo, con una media di 3 decessi al giorno. Solo nella giornata di oggi si sono verificati diversi incidenti su tutto il territorio nazionale che hanno portato alla morte di 5 persone.

Nel Friuli un giovane operaio di 24 anni, Rudi De Infanti, è morto durante la mattinata in un bosco a Ravascletto in provincia di Udine dopo essere stato colpito da un tronco precipitato da una teleferica. Secondo una prima ricostruzione il giovane stava caricando alcuni tronchi d'abete sulla teleferica a verricello quando uno di questi del peso di 10 quintali si è sfilato dal carico investendolo con violenza. A nulla è valso il tempestivo arrivo dei soccorsi chiamati da un passante che ha trovato il corpo privo di vita del giovane. I carabinieri di Comeglians stanno indagando per capire le cause dell'improvvisa caduta del tronco.

Altra tragedia nel teramano, dove oggi è morto Andrea Karem un operaio di appena 22 anni di origine romena, dopo esser stato raggiunto da una scarica elettrica da 200 volts. Il ragazzo stava aiutando un agricoltore del posto a montare un gazebo in ferro. La scarica elettrica sarebbe partita da una saldatrice, durante il lavoro di montaggio del gazebo dove si sarebbero dovuti ospitare e vendere prodotti agricoli. Le forze dell'ordine hanno posto sotto sequestro la saldatrice per capire con maggiore chiarezza la causa dell'incidente.

Nel cunese, invece, è deceduto Gianluigi Laugero un operaio di 53 anni. L'incidente si è verificato lungo la statale per il Colle della Maddalena, poco prima di Demonte, nella cava di via 1° Maggio. Secondo i primi accertamenti da parte dei carabinieri, l'uomo sarebbe stato travolto da un camion che stava facendo manovra, restando ucciso sul colpo. Il collega che era alla guida del mezzo pesante non si sarebbe infatti accorto che dietro il camion stava passando l'operaio. Inutile l'intervento del 118, e dei vigili del fuoco, che con una autogrù hanno sollevato il mezzo pesante, per trarre in salvo l'operaio, ormai privo di vita.

In Sardegna è morto durante un'immersione subacquea
Paolo Costa, un medico di 60 anni, il quale si era immerso per fare delle riprese per la trasmissione di Rai3 "Geo & Geo". L'uomo, originario di Iglesias, lavorava come freelance e si era tuffato nei pressi della sorgente carsica di Su Gologone, nel comune di Oliena in provincia di Nuoro.
 Sembra che Costa abbia avuto un malore durante la risalita, ma sarebbe stato sostenuto da una sua compagna di immersione durante l'indispensabile fase di decompressione.
Secondo il primo esame dei sanitari, la morte potrebbe essere stata provocata da un infarto.

Un'altra tragedia si è consumata nel padovano dove
Luigi Borrelli di 31 anni è morto dopo essere stato colpito da una scarica elettrica di alcune centinaia di volt, mentre stava lavorando alla manutenzione della linea elettrica aerea della rete ferroviaria, nella zona di campo di Marte, non lontano dalla stazione. I medici del Suem intervenuti prontamente sul posto erano riusciti a praticare la rianimazione, ma l'uomo è spirato. Sembra che il loro intervento, sia stato ostacolato sia dal passare dei treni, sia dai colleghi della vittima, aggressivi per un forte stato di choc, e dai molti curiosi intervenuti sul posto per osservare da vicino l'accaduto.

Altre 4 persone erano morte negli ultimi tre giorni anche a Siracusa, Carrara, Mantova e Pavia.

Fonte: Dazebao

giovedì 27 maggio 2010

Salerno-Reggio Calabria e Gra, arriva il pedaggio. Ecco le autostrade “tassate”


Dall’1 luglio si pagherà anche per viaggiare sulla Salerno-Reggio Calabria o per circolare sul Grande Raccordo Anulare di Roma. Lo prevede la manovra varata dal governo: in entrambi i casi si tratta di nuove tariffe, ma il costo dei pedaggi non è stato ancora reso noto.

Dall’inizio di luglio, infatti, automobilisti, camionisti e motociclisti dovranno pagare uno o due euro in più sulle autostrade collegate con raccordi gestiti dall’Anas.

Ecco quali saranno tutte le tratte, attualmente gratuite, che a breve diventeranno a pagamento.

Autostrade: A3 – Autostrada Salerno-Reggio Calabria; A18 – Diramazione di Catania; A19 – Autostrada Palermo-Catania; A19 – Diramazione per via Giafar; A29 – Autostrada Palermo-Mazara del Vallo; A29 – Autostrada Alcamo-Trapani; A29 – Diramazione per Birgi; A29 – Diramazione per Punta Raisi; A29 – Raccordo per via Belgio; A91 – Autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino; A90 – Autostrada Grande Raccordo Anulare

Raccordi autostradali: Raccordo tangenziale Nord città di Bologna; Raccordo autostradale Salerno-Avellino; Raccordo autostradale Siena-Firenze; Raccordo autostradale di Reggio Calabria; Raccordo autostradale Scalo Sicignano-Potenza; Raccordo autostradale Bettolle-Perugia; Raccordo autostradale Pavia-Autostrada A7 Milano-Serravalle; Raccordo autostradale Ferrara-Porto Garibaldi; Raccordo autostradale di Benevento; Raccordo autostradale Torino-aeroporto di Caselle; Raccordo autostradale Ascoli-Porto d’Ascoli; Raccordo autostradale Chieti-Pescara.

Dopo l’1 luglio saranno stabiliti nuovi parametri per l’introduzione dei pedaggi sulle autostrade e sui raccordi autostradali gestiti dall’Anas.

I soldi che entreranno da questa sovrapprezzo saranno utilizzati per investimenti e manutenzione straordinaria delle strade.

Un’inchiesta de La Stampa: “Ogni anno, in Italia, 1000 casi Englaro e Welby”


In Italia ci sono ogni anno 1000 casi come Eluana e Welby. Questo è quanto è emerso nell’intervista che Elena Lisa di “La Stampa Tv” ha fatto a Mauro Mori, presidente della Consulta bioetica, Mario Riccio, medico anestesista che ha aiutato Welby a morire, e Amato De Monte, il capo dell’equipe medica che ha assistito Eluana Englaro negli ultimi giorni alla clinica “Laquiete” di Udine e che recentemente ha pubblicato il libro “Gli ultimi giorni di Eluana”.

mercoledì 26 maggio 2010

Bossi: se toccano la provincia di Bergamo è guerra civile


“Sull’abolizione delle province per ora non sono previste novità“. Lo ha detto Umberto Bossi, conversando con alcuni giornalisti, che gli chiedevano cosa pensasse della proposta dei parlamentari finiani di tagliare tutte le province. Presenti i ministri Tremonti e Calderoli, Bossi ha affermato che “andare oltre” sarà “difficile”. Scherzando, il leader del Carroccio ha aggiunto: “Se provi a tagliare la provincia di Bergamo, succede la guerra civile…”.

martedì 25 maggio 2010

Ciao Josè. In bocca al lupo


A volte un 'semplice' allenatore di una squadra di calcio può trasformarsi in un argomento da prima pagina, in un fenomeno mediatico, in una star, come succede più o meno con gli attori famosi. E' quello che è capitato a Josè Mourinho. Un uomo con un carattere misterioso, freddo, lui che nasce 47 anni fa nel mite Portogallo, a Setubal. Quando si presentò 2 anni fa in Italia già capimmo di che pasta era fatto. "Io non sono un pirla" disse alla sua prima conferenza stampa italiana. Da lì, Mourinho si fece conoscere è iniziarono a trapelare le prime critiche da parte della stampa. Nel corso di questi due anni i suoi gesti, le sue dichiarazioni, le sue 'uscite' hanno fatto discutere. Mourinho veniva criticato non perchè era vincente, ma per il suo carattere spavaldo e gradasso. Materiale in più per i giornalisti sportivi. E non solo. Forse al calcio italiano mancava una figura così. Ma dall'altra parte c'è da riconoscere la sua bravura e il suo capire di calcio. Le sue esperienze col Porto e col Chelsea insegnano. Poi, la definitiva consacrazione nell'Inter. E probabilmente anche grazie a lui se la squadra di Moratti quest'anno ha riconquistato la Champions League dopo ben 45 anni. Mica ieri insomma. Quindi a Mourinho vanno riconosciuti anche i meriti sportivi e non solo il suo carattere e il suo modo di fare. E' scontato ormai il suo addio all'Italia. In entrambi i casi ci mancherà. Ciao Josè e in bocca al lupo.

lunedì 24 maggio 2010

Legambiente compie trent'anni e guarda al futuro


Lo stop al nucleare, l’abbattimento degli ecomostri, la lotta allo smog e alle fabbriche killer, l’affermarsi della green economy e delle energie alternative, la difesa dell’agricoltura tradizionale, la mobilità sostenibile, il rapporto tra la scuola e il territorio. Sono solo alcune delle tappe più significative della storia di Legambiente, conquistate nel corso dei trent’anni dell’associazione che venerdì ha spento la sua trentesima candelina.

A celebrare l’anniversario, lo scorso 21 maggio, insieme ai volontari dell’associazione erano presenti Rossella Muroni e Vittorio Cogliati Dezza, rispettivamente direttrice generale e presidente nazionale di Legambiente, che nel corso del convegno "Participio futuro, da trent’anni per continuare a cambiare" hanno ripercorso l’evoluzione dell’ambientalismo negli ultimi trent’anni in Italia. Un’occasione per tracciare un bilancio dei suoi effetti innovativi nella società, mettendo a confronto i fondatori del pensiero ecologista in Italia con i trentenni di oggi. In trent’anni, infatti, Legambiente ha contaminato la società con argomenti, proposte, esperienze, stili di vita, ma in questo arco di tempo il Paese è cambiato moltissimo e insieme a lui anche la percezione dell’ambientalismo. Una storia raccontata anche nel libro di Legambiente “Ricomincio da trenta”, presentato nel corso del convegno in cui, con testimonianze e fotografie, si ripercorre l’evoluzione dell’associazione in parallelo a quella del Paese, in una sorta di album di famiglia che racconta i principali appuntamenti con la storia in chiave ambientalista.

“Ripercorrendo le tappe più significative della nostra storia, sono evidenti le conquiste legislative, i cambiamenti culturali e degli stili di vita a favore della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini” - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza -. Questo legittimo orgoglio però non ci farà abbassare la guardia: dai cambiamenti climatici alla propaganda nucleare, le questioni ambientali sono quanto mai all’ordine del giorno e sempre più in cima alla lista delle priorità dei governi. È per questo che abbiamo voluto avviare un confronto, anche generazionale, con chi inciderà nell’agire sociale dei prossimi decenni per delineare le nuove strategie e rispondere alle future sfide che attendono il Paese, nella speranza, e con l’obiettivo, che tra trent’anni i cambiamenti in meglio siano ancora molti di più. Perché l’ambientalismo è la ricetta giusta per rendere più moderno, più giusto e più bello il nostro paese”.

“Abbiamo saputo dimostrare che investire nella salvaguardia dell’ambiente e della salute può costituire una grande opportunità per le future generazioni e per l’innovazione del nostro Paese” - ha dichiarato Rossella Muroni -. Gran parte dei risultati ottenuti sono stati possibili grazie alla partecipazione volontaria di centinaia di migliaia di persone che in tante occasioni abbiamo incontrato nelle piazze e che hanno collaborato con noi. Ad oggi sono circa 1000 i circoli del Cigno che ci permettono di essere l’associazione ambientalista più diffusa in Italia col privilegio di essere presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, lì dove i fatti avvengono e le persone operano, mettendo in pratica valori e ideali”.

1980–2010, trent’anni, che dal punto di vista ambientale, mostrano principalmente due facce, una statica e una dinamica. In Italia si riaffaccia oggi lo stesso nucleare bocciato negli anni 80, la mobilità è sempre immobile, speculazione edilizia, abusivismo e consumo di suolo accelerano e rallentano a seconda del vento che tira nel Paese, la criminalità organizzata si è impossessata della gestione di una parte consistente dei business ambientali.

Contemporaneamente, però, nel nostro Paese si stanno diffondendo le energie rinnovabili, il territorio protetto è ormai prossimo al 20%, le piste ciclabili urbane sono passate dai 3 chilometri del 1980 agli attuali 2.850, la raccolta differenziata ha superato quota 30%, i consumi di cibi biologici sono in crescita, la green economy è una realtà del mercato globale. Insomma, qualcosa è cambiato e questo qualcosa deve essere la base di una nuova sfida per un Paese (un Mondo) più sano, più attento ai diritti, più vivibile, più moderno, più competitivo.

Fonte: Terranauta

domenica 23 maggio 2010

18 anni fa la strage di Capaci

Sono passati 18 anni dalla Strage di Capaci. In quell'occasione persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Gli uomini passano, le idee restano.
Restano le loro tensioni morali
e continueranno a camminare sulle gambe
di altri uomini.

(Giovanni Falcone)






sabato 22 maggio 2010

Rifiuti campani all’estero: la Germania apre la seconda inchiesta

Due inchieste, una giudiziaria, aperta nel marzo scorso, l’altra più recente, voluta dalla politica, chiariranno i troppi punti oscuri dello sversamento dei rifiuti napoletani in Germania, in particolare di quelle 150mila tonnellate finite in Sassonia.

Il Parlamento del Land tedesco della Sassonia ha nelle scorse settimane votato e approvato la formazione di una commissione di inchiesta per investigare su possibili azioni criminali nella gestione della spazzatura (parte della quale è stata appunto spedita dall’Italia). Il sospetto è che la spazzatura sia stata manipolata senza aver fatto tutti i controlli, anche perché, secondo quanto appurato dalla magistratura tedesca, pare che una parte della documentazione sui rifiuti sia stata falsificata. Una commissione simile esiste già da circa un anno nel Land vicino (Sachsen-Anhalt). A battagliare sono soprattutto i Verdi che attraverso il loro leader in Sassonia, Johannes Lichdi sostengono che non sia stata ancora fatta luce sulla questione dell’importazione da Napoli che risale all’inizio del 2008, di 150mila tonnellate di pattume.

Come dicevamo questa inchiesta parlamentare che Il Napoli ha potuto confermare anche attraverso fonti locali, non è l’unica: il caso era esploso nel marzo scorso perché il settimanale “Der Spiegel” con un servizio intitolato “Le immondizie della Camorra , aveva rivelato stralci dell’indagine condotta dalla magistratura tedesca. Il settimanale scriveva che l’impianto di Grosspoesna nel solo 2005 aveva realizzato una perdita di 4,5 milioni di euro, tornando però presto in attivo grazie ai rifiuti arrivati dalla Campania.

A mettere in moto la magistratura tedesca furono le indagini avviate in Italia nel 2008 dai carabinieri, mentre nel frattempo uno studio del “Bundeskriminalamt” (Bka), la Criminalpol tedesca aveva messo in evidenza che nelle discariche tedesche sono stati già sversati circa due milioni di tonnellate di rifiuti urbani, non solo italiani. Le indagini in Germania hanno già accertato che avrebbero passato le Alpi senza autorizzazione 107mila tonnellate di rifiuti, che una volta arrivati in Germania hanno cambiato identità e sono stati trasformati in «resti di tipo minerale derivati dalla separazione», da smaltire senza problemi. (di Ciro Pellegrino, il Napoli, tratto da: NapoliOnline)

Troppo riciclo, la Germania importa i rifiuti da incenerire

venerdì 21 maggio 2010

Maria Luisa Busi lascia il Tg1


Maria Luisa Busi lascia, con una lettera denuncia, la conduzione del Tg1. In una parte della missiva, indirizzata a Minzolini, scrive: "Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori".

Un applauso a Maria Luisa Busi, che si è arresa al regime imposto dal suo, ormai ex, direttore.

giovedì 20 maggio 2010

Taranto. Si allarga la protesta contro l'Ilva. Il video denuncia


In città lo conoscono proprio tutti. Fabio Matacchiera, insegnante e imprenditore, è un ambientalista storico, uno di quelli che non le manda a dire. Di seguito un suo video-denuncia, una ripresa notturna che mette a fuoco la drammatica realtà, “mentre i tarantini dormono ignari”. Risale al 30 aprile scorso, lo stesso giorno in cui 120 lavoratori somministrati dell’Ilva, assunti attraverso agenzia interinale, ricevevano per sms comunicazione del loro licenziamento.

“Utilizzati come prodotti” aveva dichiarato con amarezza Nico Leggeri, uno dei 120. “E so solo io come mi sentivo, mentre rilasciavo la mia intervista a Studio100, sapendo che mio figlio di 12 anni sentiva tutto…” “Sono vent’anni che parlo di benzo(a)pirene, che lancio allarmi diossina. E il sindaco si è sentito la coscienza a posto con cinque pietose lettere, quando invece poteva emettere ordinanze. Ma il clima in città sta cambiando, finalmente - si consola Matacchiera - . Intanto, una diffida di otto pagine indirizzata il 15 maggio da Altamarea al Presidente Vendola è una buona azione provocatoria".

Poi questo bel progetto, il “Fondo Antidiossina Taranto ONLUS”, con cui ci proponiamo di raccogliere ed elaborare dati medici (esami sul sangue e sulle sostanze organiche e fisiologiche di origine umana) che possano rilevare la presenza di sostanze dannose, particolarmente diossine, che si accumulano nell’organismo umano, negli animali e nei prodotti alimentari. Siamo a buon punto: a breve renderemo pubblici questi rilevamenti. E infine questo referendum, del Comitato Taranto Futura, che ora vede tra i firmatari gli stessi operai Ilva.”

Sfumate le polemiche tra operai e operai. I dati che ci fornisce Margherita Calderazzi, dello Slai Cobas, sono del tutto sconfortanti: 4000 cassintegrati e costante presenza degli infortuni. “ Venti giorni fa un altro infortunio”, continua Margherita. “ e neanche l’indennità per il cambio-tuta.” Ma sul ricatto occupazionale, evidentemente, non si può più far leva. La città ora pare procedere nella stessa direzione. Persino il Consiglio Comunale del 18 maggio, in cui l’Ente si fa promotore di una richiesta di risarcimento all’Ilva, per aver disatteso l’Atto di Intesa del 2004, firmato con la Regione e il gruppo Riva, pare stia viaggiando nella stessa direzione. "Stiamo imparando sulla nostra pelle che l’organismo che distrugge il suo ambiente distrugge sé stesso", scriveva nel 1976 Bateson Gregory. 
Forse questa è veramente la svolta.


Fabio Matacchiera "entra" nell'Ilva con telecamera a raggi IR



Fonte: Dazebao

Foto shock dalla Louisiana: la marea nera è arrivata sulle coste


Ciao,

è passato quasi un mese dall'esplosione della Deepwater Horizon e a nulla sono valsi i tentativi per arginare la marea nera: il pozzo non è ancora stato chiuso e il petrolio inizia ad arrivare sulle coste. Il nostro team sul posto – prima di essere allontanato dalla Guardia costiera - ha fotografato una spiaggia ricoperta da uno strato di catrame denso e viscoso nell'area di South Pass, in Louisiana, vicino alla foce del fiume Missisipi.

Prima avvelenano il mare con i disperdenti chimici per far sparire il petrolio e adesso allontanano chi cerca di monitorare e documentare l'espandersi del disastro. Recenti stime confermano le nostre ipotesi che la reale fuoruscita di petrolio sia di ben dieci volte più grande di quanto dichiarato da BP: ecco perché si cerca di nascondere agli occhi dell'opinione pubblica l'entità di questo disastro.

In documenti ufficiali, compilati prima di ricevere l'autorizzazione per queste esplorazioni petrolifere, la compagnia affermava che era improbabile si verificasse una catastrofe, e che, in caso di disastro, le 50 miglia di distanza dalla costa avrebbero reso altrettanto improbabile un interessamento della costa. BP ha veramente fatto male i sui conti!

Il rischio delle perforazioni petrolifere offshore è troppo alto per l'ambiente e per le popolazioni. Eppure è di pochi giorni fa la notizia che i piani della Shell per iniziare perforazioni petrolifere in Alaska stanno andando avanti, mentre anche nel nostro Mediterraneo le richieste di autorizzazioni aumentano, soprattutto in Adriatico e nel Canale di Sicilia.

È ora che i governi abbandonino il cammino delle energie fossili e investano con decisione in energie rinnovabili.

GUARDA LE FOTO DEL DISASTRO Grazie!

mercoledì 19 maggio 2010

L’autostrada dello scandalo

Vogliamo scommettere che una lumaca, se ci si mette di buzzo buono, batte l’Anas in velocità nel (biblico) ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria? Stiamo a qualche dato ufficiale, con una premessa: l’Anas ha detto, ripetuto e confermato anche di recente che entro il 2013 - in pratica dopodomani - tutti i lavori, anche quelli appaltati e subappaltati, saranno completati e consegnati. Se non che, primo dato: la stessa Azienda è stata costretta ad ammettere che tra il febbraio 2009 e il febbraio 2010 l’avanzamento dei lavori è andato particolarmente a rilento, e non sono state rispettate le tappe e le scadenze previste. Com’è dunque cambiata la situazione a distanza di un anno? Ecco il secondo dato: i chilometri ultimati della “nuova” autostrada erano - all’inizio del 2009 - 185,7. Ad oggi sono appena 193,5. Questo significa che in un anno sono stati completati 7,8 chilometri in più. E che, una lumaca non li avrebbe percorso sette chilometri virgola otto?

Ora, sempre secondo i programmi ufficiali dell’Anas, entro il 2010 si sarebbe dovuto completare un tratto di 57 chilometri, ed entro l’anno prossimo altri 140. Ebbene, ecco il terzo dato, ufficioso (ma c’è da scommettere che le cifre sono destinate semmai ad un ulteriore ribasso): ben che vada - ah, la nostra lumaca - nel corso di quest’anno saranno completati appena 37 chilometri (-20 del previsto), e 106 (-34) nel 2011. Ma c’è di più e di peggio a documentare le dimensioni dell’ennesimo scandalo Anas: l’anno scorso era stato previsto un incremento del fabbisogno finanziario pari a 2,7 miliardi di euro rispetto alle somme già previste e stanziate: 7,5 miliardi. Risultato, il fabbisogno finanziario è salito a circa 10 miliardi di euro ma è inevitabilmente destinato a gonfiarsi ancora.

Come e dove si recupereranno questi 2,7 miliardi, dal momento che la Finanziaria 2010 ha stanziato per l’Anas appena 300 (trecento) milioni di euro destinati però non alla Salerno-Reggio quanto alla “realizzazione” del mitico ponte sullo Stretto?

E’ una delle domande che si pongono i deputati dell’Udc Mauro Libè e Roberto Occhiuto in una documentata interpellanza (da cui si son tratti questi dati) rivolta al ministro delle Infrastrutture Matteoli e con cui in pratica si mette alteramente in mora l’Anas sollecitando pretendendo una serie di interventi: a) un monitoraggio continuo e “veritiero” sullo stato di avanzamento dei lavori e la comunicazione, del ministero, di eventuali modifiche dei tempi di esecuzione; b) una valutazione del “reale” surplus di fabbisogno finanziario per il completamento delle opere; c) nella previsione dei nuovi inevitabili stanziamenti si sia tenuto conto delle spese necessarie per far fronte alle calamità naturali (frane, dissesti, diluvi) e “innaturali” (opere fatte male, risparmiando su materiali spesso di scarto) provocati in particolare nel cosentino; e se questi eventi siano considerati dall’Anas come “ulteriori interventi ancora da progettare e finanziare”; d) quali sono le modalità di reperimento delle ulteriori, necessarie risorse finanziarie necessarie al completamento delle opere; e) quali iniziative di competenza ministeriale si intendono assumere per esercitare “controlli e monitoraggi accurati” sul rispetto delle norme di salute e sicurezza da parte delle ditte appaltatrici e subappaltatrici nei cantieri dove non si contano le vittime; f) quali iniziative intende assumere il ministero per esercitare “controlli accurati” per la verifica di eventuali infiltrazioni nei lavori da parte della criminalità organizzata.

Questa interpellanza che ha dunque il sapore di un dossier d’accuse circostanziate, di sospetti pesanti sull’Anas e sulla sorveglianza ministeriale. Né l’interpellanza è come un’interrogazione cui si risponde (a voce o per iscritto) punto e basta. Essa va discussa sempre in assemblea con un vero e proprio dibattito: l’interpellante illustra il documento, il ministro risponde, l’interpellante ha diritto di ampia replica in cui documentare la sicura insoddisfazione. Ci sarà da divertirsi. O da inorridire.

Fonte: Terranews

Berluscotto


Berlusconi:"Noi siamo in Governo del Fare". Ma soprattutto del Dire e Baciare

Il Pdl è il Partito dell'Amore. Perciò lo prendiamo continuamente in (...)

Smentia alleanza Pdl-Udc. Di "Casini" il Pdl ne ha già abbastanza.

Annuciati tagli del 5% agli stipendi dei Ministri. Dovranno accontentarsi del restante 95%.

Tagli anche agli stipendi dei magistrati. Così imparano.

(...) mentre gli italiani non arrivano alla terza settimana. Proposta una riforma del calendario che prevede che il mese sia di tre settimane.

Berlusconi: "Gli italiani sono con noi". Ha telefonato a tutti per informarsi tranne che a me.

Il Pd ha chiesto le dimissioni di Bertolaso. Veramente! Lo giuro!

Nel 2010 sono cresciuti gli evasori fiscali. Strano, riescono ancora a contarli.

martedì 18 maggio 2010

Decreto intercettazioni, nel mirino giudici, blogger e giornalisti

Inizia il conto alla rovescia per la manifestazione contro il decreto blocca intercettazioni che si terrà venerdì 21 maggio, ore 14, a piazza Montecitorio (Roma). Abbiamo parlato con uno degli organizzatori, Arturo Di Corinto, ricercatore, giornalista e saggista esperto di Internet e comunicazione. www.dicorinto.it

Come cambierà il lavoro di chi fa informazione se il decreto blocca intercettazioni verrà approvato?
Semplicemente non potrà essere fatto: non si potranno pubblicare le intercettazioni non più segrete e neppure le sintesi di vicende giudiziarie passate in giudicato pena ammende salatissime. L’opinione pubblica rimarrà così all’oscuro di trame, intrighi e corruttele. Saremo privati del diritto a sapere chi ci governa e come, di come vengono gestiti i nostri soldi e amministrata la nostra fiducia di cittadini ed elettori.

Perché un decreto che di fatto sembra mirato ad arginare le intercettazioni e la loro divulgazione da parte dei media allarma anche i blogger che vedo minata la libertà del web?
Perchè all’articolo 28 del Ddl è introdotto lo stesso obbligo di rettifica che vale per le testate editoriali registrate, e un’ammenda fino a 12.500 in caso di non ottemperanza. Se approvato, l’articolo avrà un effetto deterrente rispetto alla consuetudine dell’open publishing visto che blogger e gestori di siti sono abituati a tenere aperte le proprie pagine alle informazioni altrui, alle integrazioni e agli approfondimenti delle notizie che danno. Per un semplice motivo: l’impossibilità di verificarle in tempo utile e per il timore di finire in tribunale. Poiché la rettifica deve avvenire nelle stesse modalità della pubblicazione, con lo stesso tipo di accesso, evidenza e grafica entro le 48 ore dalla richiesta di rettifica, la norma è un’intimidazione bella e buona verso chi fa informazione per il puro piacere di farlo. Se la norma venisse applicata in maniera estensiva avrebbe un effetto dirompente sui social network i cui gestori sarebbero obbligati a fare gli sceriffi del web.

Internet può essere considerato a tutti gli effetti uno strumenti di Democrazia?
Intenet è uno strumento di democrazia perchè consente il dialogo e il confronto da pari a pari. Consente di comunicare verso l’alto e verso il basso, di comunicare con le istituzioni e con i gli amici. Internet consente di accedere a nuove informazioni e di produrne di proprie. Di verificare le fonti dell’informazione sulla quale il nostro agire quotidiano si basa. Internet consente di controllare i potenti e di chiedergli conto di quello che fanno in nostro nome. Perciò la democrazia di Internet non è solo libertà di parola: è trasparenza, controllo diffuso, inziativa personale.
Democrazia è governo del popolo ma anche governo in pubblico, ed essendo Internet una grande agorà pubblica aiuta a creare le condizioni per esercitarlo. Ma il vero nocciolo della democrazia sta nella possibilità di fare scelte consapevoli e informate, insieme. Bisogna semre tenere a mente che la democrazia è un processo che deve arrivare a una deliberazione. Non basta mettere una firma o poter scegliere fra alternative date e calate dall’alto per fare la democrazia. Internet non è democratica per forza o indipendentemente dalla sua cultura d’uso. Ma se solo applicassimo la logica di Internet al governo della cosa pubblica – secondo lo schema “informazione, confronto, decisione” – avremmo una democrazia migliore.


Cosa si farà per cercare di impedire che passi un simile attacco ai fondamenti della libertà nel nostro Paese?
Quello che come promotori dell’appello contro il Ddl Intercettazioni abbiamo deciso di fare con altre persone di buona volontà è di chiedere, via email, a tutti i senatori della Commissione Giustizia del Senato di non approvare il disegno di legge. Mentre continua la mobilitazione in rete, e che ha visto l’adesione di quasi 100 mila persone, venerdì 21 maggio alle 14 quelli che sostengono l’iniziativa sono stati invitati a una martona oratoria davanti alla sede del parlamento, a Montecitorio, per far sentire a tutti le ragioni individuali della protesta. Lunedì 24 maggio al Teatro dell’Angelo di Roma invece si terrà un incontro con magistrati, costituzionalisti, direttori di giornali e rappresentanti di categoria, associazioni e movimenti per fare il punto della mobilitazione e immaginare forme di proteste ulteriori, ma con un obiettivo propositivo: creare un network italiano per i diritti civili, incluso il diritto a un’informazione senza bavagli e senza censure.

lunedì 17 maggio 2010

I tagli di Calderoli? La solita truffa. Guardate qua


Con i tagli degli stipendi ai politici proposti da Calderoli il povero parlamentare dovrà arrangiarsi con 14.400 euro netti, il povero senatore finirà sul lastrico con poco meno di 12.500 euro netti. Per non parlare dello sfortunato ministro che dovrà cavarsela con poco più di 16.000 euro netti. Ovviamente al mese, cosa avevate capito?

domenica 16 maggio 2010

Il sangue di Mariarca



Mariarca Terracciano, 45 anni, infermiera all'ospedale San Paolo. E' il nome e il lavoro della donna che si vede in questo video, quando ancora era viva, quando ancora diceva con voce calda e risentita dall'indignazione composta, che si stava svenando di 150 millilitri al giorno con sciopero della fame incluso. Quella protesta era per ottenere il suo stipendio, il salario dovuto rispetto a un al lavoro svolto. Nei frame che vedrete, a un certo punto, passa un'immagine della struttura ospedaliera in cui gli stipendi non vengono versati: c'è scritto "Campania = Grecia". E nella rabbia che sorge nel vedere quel volto di donna che insiste e che lotta, due figli a casa, per quello che dovrebbe essere normale, riconosciuto accordo contrattualistico - il tuo lavoro per un corrispettivo in danaro dato - si aggiunge un particolare rivelatore. La vicenda personale si amplifica come simbolo di una condizione, quasi che su quella barella in cui la signora Terracciano pronunciava parole scolpite nella pietra, vi sia un patrimonio comune di mille e mille situazioni che vivono le persone. È così. Ad Atene, appunto, come a Napoli. Dove i riflessi dei titoli dei media, quando si parla di miliardi bruciati in Borsa, di piani di rientro, di finanza drogata, di telefonate fra potenti e salotti di speculatori hanno come contrappunto tragico, in senso greco, questo volto di donna, i volti di uomini e donne che ricorrono a proteste estreme per chiedere 'il giusto'. La Asl 1 di Napoli, la più grande d'Italia, ha pagato con ritardo gli stipendi di aprile ai suoi diecimila dipendenti perché non c'erano più fondi a disposizione. La famiglia Terracciano aveva un mutuo da pagare e per far fronte al mancato bonifico era ricorsa a un prestito.

"Può sembrare un atto folle - diceva la signora Terracciano nell'intervista video -, ma voglio dimostrare che stanno giocando sulla pelle e sul sangue di tutti. Vedere il sangue, che è vita, rende evidenti le difficoltà nostra e degli altri ammalati".

Il 3 maggio, dicono le cronache, la signora Terracciano aveva sospeso la sua protesta. Lunedì scorso è stata colta da un improvviso malore mentre era al lavoro. Tre giorni di agonia, poi la morte.
I medici si sono affrettati a dire che il malore non si può mettere in diretta correlazione con lo sforzo fisico del prelievo di sanque e dello sciopero della fame.
Eppure, anche volendo mantenere razionalmente una separazione fra i fatti, questa intervista video non può non lanciare una domanda importante, estrema e ineludibile, nella sua normalità. La normalità di una condizione che troppo spesso viene dimenticata nell'agenda delle priorità politiche.
Dove le persone, troppo spesso scompaiono. E, troppo spesso, vi ricompaiono solo perché ormai non ci sono più.


sabato 15 maggio 2010

Classifica Salvaleforeste degli editori italiani. I libri stampati su carta riciclata e sostenibile

Da dove viene la carta dei libri? Greenpeace ha diffuso la classifica Salvaleforeste, con gli editori che usano carta riciclata o certificata e quelli che non lo fanno. Cioè i più numerosi e i più noti del panorama italiano.

In quest’ultimo caso, c’è poco da stare allegri: l’Italia, dice Greenpeace, è il più importante acquirente di carta proveniente dall’Indonesia – dove la deforestazione galoppa – e il maggior cliente europeo di APP, Asian Pulp and Paper, il campione della deforestazione.

La classifica Salvaleforeste è stata diffusa in occasione del Salone del Libro di Torino, inaugurato ieri, ed è stata compilata sulla base di un questionario inviato da Greenpeace agli editori.

Soltanto il 18% degli editori italiani usa alte percentuali di carta riciclata unita a fibre vergini certificate Fsc, cioè provenienti da un uso sostenibile delle foreste. Fra questi Bompiani, Edizioni Ambiente, Fandango, Hacca e Gaffi.

Alcuni editori usano fibre certificate Fsc, ma secondo Greenpeace devono impegnarsi ad aumentare l’impiego di carta riciclata: sono pochi, e fra essi spicca Marsilio.

Di qui in poi, le dolenti note: la classifica incontra il gruppone degli editori italiani più importanti e più noti. Essi, dice Greenpeace, pur avendo risposto al questionario e pur avendo dimostrato sensibilità al problema usano solo una minima percentuale di carta certificata Fsc, e poca o niente carta riciclata. Sono in questa situazione Mondadori, RCS Libri, Gruppo Giunti, Gruppo Mauri Spagnol, Adelphi, Fabbri..

In fondo alla classifica, un altro 20% degli editori italiani. Essi, dice Greenpeace, non hanno fornito nessuna informazione utile per valutare la sostenibilità della propria carta, “dimostrando poca trasparenza e nessuna volontà di escludere dalla propria filiera carta proveniente dalla deforestazione”. Tra questi Feltrinelli, che da solo controlla quasi il 4% del mercato librario.

La classifica Salvaleforeste di Greenpeace

Fonte: Blogeko

Scritte naziste e anti-americane sul colle dell'Osservanza a Bologna


Sono venuto a conoscenza che stamattina alcuni pilastri della via crucis sulla salita di via dell'Osservanza a Bologna sono stati imbrattati con scritte naziste e anti-americane: 'I love Hitler', 'Hitler tornerà', 'Go-go Al Qaeda' o 'l'America e' in bancarotta'.

No comment.

venerdì 14 maggio 2010

Ultimissime


Possibile il ritorno di Veltroni. Per non rischiare di vincere le prossime elezioni.

Ho sentito D'Alema dire qualcosa di sinistra. Poi si è subito corretto.

Stasera Bertolaso ha incontrato il premier a Palazzo Grazioli, sembra che Berlusconi debba ristrutturare casa.

Fini annuncia un gruppo autonomo. Su Facebook.

I finiani non faranno imboscate al Governo, ha assicurato il Presidente della Camera. Neanche il Pd, ha assicurato Bersani.

Mancino:"Io non ho avuto regali da Anemone". E ci è anche rimasto male.

Bersani:"Se si andrà al voto anticipato, saremo pronti". Forse anche a candidarsi, ma è presto per dirlo.

Il Papa a Fatima per l'anniversario della prima apparizione della Madonna ai tre pastorelli. Bersani a Lourdes per prepararsi nel caso di elezioni anticipate.

Sembra che la Mafia sia collusa con Dell'Utri.

La Brambilla: aboliamo la caccia. Lupi, Urso e Quagliariello esultano.

giovedì 13 maggio 2010

Al via la campagna abbonamenti al Salaria Village, il club più amato dalla cricca


E' aperta la campagna abbonamenti 2010 al Salaria Village (nella foto un cartellone per le strade di Roma), il centro benessere più amato dalla cricca. Massaggi, cure per il viso e per il corpo e, la vera novità, ambienti distensivi studiati per offrire trattamento personalizzati e rigeneranti. Salaria Village, il club che fa la differenza. Chissà se Bertolaso ha confermato l'abbonamento.

mercoledì 12 maggio 2010

Allora è un vizio


Il portone che vedete nell'immagine è il civico 5 di Via Emanuele Gianturco a Roma: più avanti di qualche centinaio di metri si vede Piazzale Flaminio, subito dopo il quale c'è Piazza del Popolo.

Ebbene, il 7 luglio del 2004 un appartamento di cinque camere e servizi in questo palazzo è stato acquistato da un certo Alberto Donati per un corrispettivo di 390.000 euro (più o meno il prezzo di un bilocale sulla Casilina).

Il bello è che lo stesso giorno l'Architetto Angelo Zampolini (quello dell'appartamento di Scajola) aveva versato 520.000 euro in contanti messi a disposizione da Diego Anemone, prelevando subito dopo 52 assegni circolari da 10.000 euro l'uno intestati a Maurizio De Carolis, ovvero il venditore dell'immobile.

Ancora più singolare è il fatto che Alberto Donati, ossia l'acquirente, sia il genero di Ercole Incalza, all'epoca consulente dell'allora Ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, e oggi capo della "struttura tecnica di missione" dell'attuale Ministro Altero Matteoli.

Insomma, a quanto pare siamo recidivi: la vogliamo smettere o no, di pagare le case alle persone perbene a loro insaputa?

A Roma il Colosseo si sbriciola sotto l'azione degli inquinanti. E i polmoni dei cittadini pure


E' arrivata un'ulteriore conferma dai tecnici della Soprintendenza archeologica di Roma: alcune componenti del Colosseo mutano da carbonato di calcio in solfato di calcio sotto l'effetto dell'inquinamento e l'antico monumento si sbriciola. Legambiente nel 2000, con la campagna Salvalarte monitorò la situazione dell'inquinamento dell'Anfiteatro Flavio, con risultati molto preoccupanti. Già allora il monumento più visitato in Italia era circondato dalle auto, un prestigioso spartitraffico, con le polveri che facevano registrare picchi di 170 microgrammi per metro cubo, il biossido di azoto che più volte superava i 100 microgrammi per metro cubo e il biossido di zolfo oltre 10 microgrammi per metro cubo.

Ma Legambiente non era ancora nata quando Giulio Carlo Argan, sindaco di Roma, nel 1978, coniò lo slogan "O i monumenti o le automobili". Problema "storico" quindi (non quanto il monumento ma quasi) che nel tempo non solo non ha trovato soluzione ma si è aggravato. «Il Colosseo è in pericolo, lo smog lo sta divorando lentamente ma inesorabilmente, non è il momento di discutere, ma di cacciare subito via le automobili dai Fori Imperiali -ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio- La situazione è ancora peggiore di quanto sapevamo, lo smog assale il Colosseo e i monumenti producendo una reazione chimica a catena che ne sbriciola parti importanti, ormai i tecnici parlano di 'cancro della pietra' e di 'metastasi', sono parole che pesano come macigni su chiunque ha a cuore la nostra meravigliosa città. Da trent'anni si discute della pedonalizzazione- ha continuato Parlati- dal progetto di parco archeologico di Benevolo del 1988 al progetto Fori di Cederna. L'impegno di Argan prima e Petroselli poi portò all'eliminazione della via del Foro Romano, che divideva il Campidoglio dal Foro Repubblicano e l'unione del Colosseo all'Arco di Costantino, realizzando la continuità dell'area archeologica. E' il momento di ridare fiato a quelle meravigliose idee, Roma se lo merita» ha concluso il presidente di Legambiente Lazio.

Purtroppo la strada imboccata sembra portare da tutta altra parte sia a Roma che in altre città. Infatti le auto nelle strade aumentano e la causa, secondo un'indagine dell'Associazione italiana ricostruttori pneumatici (Airp), è dovuta alle carenze strutturali del trasporto pubblico. Secondo lo studio in molti casi, vista la nuova conformazione del territorio urbano, con una forte espansione delle aree immediatamente fuori dalle città, l'uso della mobilità privata è diventato obbligatorio. Infatti all'estensione dei confini dei centri abitati spesso non è corrisposto un conseguente ampliamento delle infrastrutture e dei servizi di trasporto pubblico. La cura quindi per la salute dei nostri polmoni e dei monumenti delle città, è una sola: una bella iniezione di "ferro". Metropolitane, tramvie e nuovi treni, soluzioni intermodali che includano il car sharing e bike sharing, ed elettrificazione del servizio di trasporto pubblico nei centri storici. Insieme ovviamente all'utilizzo delle nuove tecnologie che possono evitare molti spostamenti.

martedì 11 maggio 2010

Il Giornale attacca Di Pietro: “Tentò di incastrare Mastella”

Il Giornale attacca il leader dell’Italia dei valori e rivela che “secondo un finanziere l’ex Pm avrebbe segnalato ai giudici il possibile coinvolgimento di Clemente Mastella in un’inchiesta su una truffa”.

A riprova dell’accusa avanzata, sottolinea il Giornale, c’è la testimonanza di Alessandro Giorgetta, imprenditore finito in carcere per la stessa truffa e tutt’ora sotto processo. Giorgetta, riporta il Giornale, avrebbe denunciato: “Al mio processo uno dei testimoni ha riferito di aver ricevuto dalla Guardia di finanza un verbale già compilato con cui accusare il leader dell’Udeur”.

A provarlo, scrive il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, ci sarebbero anche delle registrazioni, in cui un finanziere spiega esplicitamente che “il procedimento riceveva impulso da una segnalazione dell’onorevole Di Pietro che avanzava l’ipotesi di coinvolgimento dell’onorevole Mastella”.

L’inchiesta di cui parla il Giornale è la cosiddetta “operazione Piramide”, iniziata nel 2003 dalla procura di Larino (Campobasso). I pm iniziarono allora a indagare sull’ipotesi di una colossale truffa ai danni dello Stato da parte di alcuni imprenditori locali che avrebbero percepito erogazioni pubbliche senza realizzare poi le aziende previste. A capo di questo gruppo di imprenditori ci sarebbero stati i fratelli Alessandro e Mauro Giorgetta. E dietro di loro si ipotizza ci fosse Clemente Mastella, allora leader dell’Udeur.

Ora, secondo il Giornale, Giorgetta ha depositato alla procura di Bari una mem0ria in cui dice di aver saputo da un amico finanziere che “dietro alle sue disgrazie ci sarebbe Antonio Di Pietro, interessato non tanto a infierire su di lui, quanto piuttosto a coinolgere nell’affaire Clemente Mastella”.

Clemente Mastella fa una querela
. Mastella, letto l’articolo di questa mattina del Giornale, ha incaricato l’avvocato Giuseppe Benedetto di proporre denuncia-querela “nei confronti dei responsabili dei gravissimi reati commessi in suo danno e segnalati lunedì, con grande rilevanza, dal quotidiano Il Giornale”.

La replica di Di Pietro
. Di Pietro ha negato di aver fatto mai un esposto nei confronti di Clemente Mastella nè di aver fatto sollecitazioni alla Procura di Bari perchè indagasse su di lui. Di Pietro ha anche anticipato che come l’ex ministro Mastella, presenterà anche lui denuncia per chiarire la vicenda di cui parla oggi ‘Il Giornale’.

“Finalmente – ha commentato in una nota Di Pietro – da parte dell’onorevole Mastella una scelta processuale che mi vede d’accordo: quella di denunciare all’autorità giudiziaria il contenuto delle segnalazioni pubblicate oggi su il Giornale. Anch’io, come lui, presenterò analoga denuncia per conoscere esattamente cosa sia successo, non avendo presentato alcun esposto nei riguardi dell’onorevole Mastella né fatto alcuna sollecitazione alla Procura di Bari per indagare nei suoi confronti”.

“Ringrazio il Giornale di avere segnalato ancora una volta che Di Pietro ha fatto il suo dovere –
ha detto il leader dell’Idv – Lunga vita agli amici del Giornale, che mi attaccano per avere fatto un esposto alla magistratura. Questo è un atto doveroso da parte di tutti i cittadini quando vengono a conoscenza di fatti che possono interessare i giudici”.

“E ringrazio il Giornale –
ha sottolineato l’ex pm – anche perché con i risarcimenti per i danni, contribuisce ormai da tempo alle mia economia familiare”.

lunedì 10 maggio 2010

Monaco, la nuova capitale ciclabile tedesca

Un uomo in abito grigio ma con in testa un cappello arancione a tre punte sventola un cartellino giallo. In bocca ha un fischietto. È una specie di arbitro, ma non dei calciatori, qui a Monaco lo chiamano il Radl-Joker, il joker dei ciclisti, che regola il traffico delle biciclette.

Il sindaco di Monaco ha infatti deciso di trasformare la città nella capitale ciclabile tedesca. Non lo farà solo attraverso i joker. Sabato 24 aprile ha lanciato una campagna in favore della bicicletta che durerà almeno due anni. L’inaugurazione ha avuto luogo nella piazza principale, Marienplatz, con la RadlNight, serata dedicata alle bici comprendente un giro organizzato attorno al centro storico.

Sul campanile e sul palazzo comunale sono stati proiettati pittogrammi di bici con il telaio a forma di M, per ricordare il motto della campagna: “Monaco capitale ciclabile”. Dopo un check-up gratuito a gomme e dinamo, la distribuzione di palloncini azzurri e un breve discorso del sindaco, alle 21 in punto un migliaio di bici ha suonato il campanello: il segno pacifico (a differenza dello sparo) di inizio corsa.

Non si è trattato però di una gara, ma di una specie di manifestazione-passeggiata, un incrocio tra Critical Mass e le domeniche senza traffico italiane. È sabato sera. Le strade sono completamente sgombre di auto, i ciclisti dominano vialoni a quattro corsie e attraversano tunnel sotterranei.
Domenica 25 aprile la campagna è continuata con il Mercato Primaverile dove erano in vendita bici nuove e usate, si tenevano corsi di ciclismo e percorsi di abilità.

Questi eventi non saranno unici, anzi. Sono serviti ad aprire una campagna di due anni; se avrà successo la sua durata potrebbe essere raddoppiata. Quasi due milioni di euro verranno investiti nell’iniziativa. Sono tratti dai fondi per la bicicletta, che nel 2009 sono aumentati da 1,5 a 4,5 milioni di euro.

Lo scopo di tale campagna è convertire gli abitanti di Monaco alla bici. Attualmente “solo” un cittadino su sette la utilizza come mezzo di trasporto principale. “Vogliamo diventare la metropoli più bike-friendly della Germania” ha dichiarato il sindaco Hep Monatzeder. Al momento il 14% dei tragitti vengono fatti in bici (più che in qualsiasi altra grande città tedesca), ma paragonati ai 40% di Copenhagen, sono ancora una piccola percentuale.

Come farà dunque il sindaco Monatzeder a cambiare le abitudini dei suoi cittadini?

Attraverso cartelloni pubblicitari che porteranno motti quali “la bici, un mezzo più veloce, più economico e più sano”. Ma anche grazie a idee originali come il Radl-Joker e l’immagine della Bavaria (figura femminile emblema della Baviera) che d’ora in poi non porterà più in capo una corona di alloro, ma un casco da bici. La bella stagione si concluderà con un bici-film-festival, atto a incoraggiare l’utilizzo dei due-ruote anche durante l’autunno.

La campagna non ha originato solo entusiasmo ma anche qualche critica. Georg Thanscheidt, il vicedirettore della Abendzeitung, un diffuso quotidiano locale, giudica l’iniziativa ridicola e inefficace. La campagna non sarà però solo “joker e palloncini”: verranno installati 2.000 nuovi “parcheggi” per le bici, e aggiunte ulteriori piste ai 1.200 chilometri già esistenti.

È dunque forse un po’ presto per giudicare il tutto, come scrive Georg Thanscheidt, un “teatrino per bambini”.

Fonte: Terranauta

domenica 9 maggio 2010

In ricordo di Peppino Impastato


Il 9 maggio del 1978 nel piccolo paese di Cinisi, a 30 km da Palermo, viene ucciso Giuseppe Impastato. Il suo corpo viene dilaniato da una carica esplosiva posta sui binari della tratta Palermo-Trapani. Peppino era un militante della sinistra extraparlamentare. Sin da ragazzo si era battuto contro la mafia, denunciandone i traffici illeciti e le collusioni con la politica. A far uccidere Peppino fu Gaetano Badalamenti, il capo di Cosa Nostra negli anni Settanta.

Un piccolo ricordo per un grande uomo


sabato 8 maggio 2010

Elettrosmog, è emergenza

Il numero di antenne presenti nel territorio continua ad aumentare a vista d’occhio: nel XV municipio di Roma è ormai emergenza elettrosmog. La denuncia arriva dalla federazione provinciale dei Verdi, preoccupata per le sorti di un’area che si era candidata negli anni scorsi ad «amministrazione pilota nella lotta all’inquinamento elettromagnetico, proclamatosi solennemente con atto consiliare “Area Elettrosmog Free”, ma che oggi vede sciupare quel patrimonio di cultura ambientale faticosamente conquistato per colpa della sciatteria dei suoi amministratori».

Nel 2004 i Verdi del XV Municipio, spronati dai comitati cittadini, riuscirono ad imporre alla Giunta l’attuazione di un Piano regolatore, per disciplinare il numero e la localizzazione delle stazioni radio base di telefonia mobile nel territorio municipale. Peccato che poi le cose andarono diversamente: «Quel piano - denuncia Giuseppe Teodoro dei Verdi - non è mai stato avviato, al punto che, se nel 2004 le antenne censite erano 36, nel 2008 si è passati a 144, con un aumento del 400 per cento in quattro anni». Stesso discorso vale per l’Osservatorio municipale di settore sui problemi dell’inquinamento elettromagnetico, un strumento di cui il territorio decise di avvalersi per gestire le problematiche connesse all’elettrosmog.

«Questo prezioso organo consultivo - continua Teodoro - non è mai stato reso operativo, vanificando un’altra occasione di crescita culturale e ambientale per il territorio e i suoi cittadini. Pertanto - aggiunge -, i due recenti episodi di installazione di antenne, segnalati a Parrocchietta e a Piazzale della Radio, non devono sorprendere, perché testimoniano l’inerzia con cui gli organi istituzionali e tecnici del XV Municipio perseverano nel rinunciare a fronteggiare il dilagante fenomeno di “Antenna Selvaggia”. Ancora una volta registriamo come i poteri forti, con la complicità negligente di settori delle istituzioni, prevalgono su tutto, mortificando le aspettative di tutela della salute della popolazione».

Fonte: Terranews