domenica 28 febbraio 2010

Risultati del sondaggio 'Quale trasmissione vi sembra piu' obiettiva ed indipendente?'











Report
27 (32%)

Annozero
18 (21%)

Presadiretta
14 (16%)

Nessuna
9 (10%)

Omnibus
5 (6%)

Porta a Porta
3 (3%)

Ballarò
2 (2%)

L'Infedele
2 (2%)


Che tempo che fa?
2 (2%)

Otto e mezzo
1 (1%)


Voti totali 83

I sondaggi non hanno un valore statistico, si tratta di rilevazioni non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione.

sabato 27 febbraio 2010

L’Italia va sempre peggio


La situazione e l’immagine che tutto il Mondo ha di noi non è certamente radiosa e non spicca per ammirazione, ma nel solo mese di Febbraio tutta la melma emersa in superficie, non ha fatto che aggravare i contorni e il contenuto di immagine che il nostro Paese mostra fuori dai suoi confini. Quelli che non usano parole dolci, a differenza dei nostri, sono i media stranieri e i giornali che danno risalto ed eco ai terremoti italiani. La nuova Tangentopoli è già in corso, non si ruba più per i partiti ma per se stessi: la storia non ci ha insegnato un bel niente, ma non insegna mai nulla nel nostro Paese.

La Protezione Civile, addetta alla garanzia di limpidezza per opere di emergenza viene meno e salta fuori il più grande sistema di concessione di appalti della storia. Morale della favola? Il capo non sa niente, quindi meglio andare in tutte le televisioni nazionali e sbandierarlo ai quattro venti, poi andare su tutti i luoghi bisognosi del mio intervento e coordinare i lavori, poi già che mi trovo vado anche a farmi qualche massaggio, difficile che a questo punto mi sfugga qualcosa.

Le intercettazioni che intanto vogliono censurare, continuano a far emergere in superficie grossi scandali. Quello di Telecom e Fastweb è addirittura imbarazzante: una cerchia di politici, imprenditori, ndranghetisti tutti insieme per il bene comune: falsificare voti ed elezioni è la nostra specialità.

Neanche davanti a fotografie che non lasciano dubbi si continua a negare; ma d’altronde questa è la considerazione che si ha di inchieste giornalistiche fatte per bene. Tutto quello che possiamo fare per giustificarci è attaccare la magistratura, oppure candidare alle regionali personalità con sopra il groppone svariati reati, in contemporanea però possiamo gridare a “basta corruzione”. E’ giusto che questo contraddittorio vada avanti, anche se non ha alcun senso. Ma d’altronde da un pò di tempo a questa parte in Italia nulla ha più senso. Si mandano in carcere tre dirigenti di Google per non aver vigilato sul contenuto dei video caricati sulla piattaforma.

E’ come mandare in galera il proprietario del muro sul quale viene fatto un murales, mentre invece lasciamo che i ragazzi che hanno picchiato il ragazzo autistico siano messi in disparte, così come i professori, veri e propri criminali per non aver alzato un dito. Condanniamo Google che invece denuncia fatti all’ordine del giorno, ma che è meglio punire con “la giusta vigilanza”.

Sappiamo fare soltanto bei discorsi da prima pagina, tanto moralismo fasullo, che passa da Sanremo per finire al Parlamento: da una parte non vogliamo un drogato e dall’altra invece vogliamo parlamentari “puliti”. Poi quando andiamo a fare il test, più della metà rifiutano di farlo, 242 lo effettuano e uno risulta positivo. Risultato? Non si può sapere chi è, ha chiesto di non renderlo pubblico. Applausi! Ma ai piani alti sanno come evadere da queste cose, sanno come “pararsi il culo” ogni volta. Il caso Mills è emblematico: tutto in prescrizione, grazie alla Ex Cirielli che dimezza i tempi per prescrizione, ma se esiste ancora buon senso alla presenza di un corrotto è legata anche una figura di corruttore. Qui scatta di nuovo l’accellerazione del “Processo Breve”: unico rimedio ancora utilizzabile per Berlusconi, evitando quindi una sentenza di primo grado. Come si fa per combattere tutto questo? Neanche la nostra classe intellettuale riesce a spiegarlo a parole sue, è troppo evidente che è meglio occuparsi di altro. In altri Paesi tutto questo viene sanzionato, punito, bloccato, da noi invece è tutto normale, è caratteristica immortale del gene italiano.

Manca poco e si delegittimerà anche il concetto di buon senso se non è stato già fatto.

Cresce la speranza di pace per il Darfur. Tre milioni di profughi attendono di rientrare


A sette anni dall'inizio del genocidio nel Darfur, l'armistizio siglato tra i maggiori partiti in conflitto fa crescere la speranza di pace nel Sudan occidentale. Ora però la comunità internazionale non può accontentarsi della tregua ma deve impegnarsi affinché i circa tre milioni di profughi del Darfur possano tornare nei loro villaggi attualmente ancora distrutti. La messa in fuga della popolazione durante il genocidio è un crimine che la comunità internazionale non può e non deve più accettare.

Domenica scorsa il governo sudanese e il Movimento per la libertà del Darfur JEM (Justice and Equality Movement), che è il movimento militarmente più significativo, si sono accordati per un'immediata tregua e per la partecipazione dello JEM ai trattati di pace a Doha (Qatar).

Circa 2,7 milioni di profughi provenienti dal Darfur vivono in campi profughi situati nel Sudan occidentale e altri 300.000 hanno cercato accoglienza nel vicino Ciad. Nei campi profughi regna la disperazione dovuta anche alla completa mancanza di speranza per un ritorno pacifico nei villaggi d'origine. La comunità internazionale deve impegnarsi affinché durante le trattative di pace la ricerca di una soluzione per il destino dei profughi risulti prioritaria rispetto alle discussioni sulla distribuzione del potere.

Circa sette anni fa, il 26 febbraio 2003, il conflitto del Darfur, che da tempo andava intensificandosi, raggiunse un nuovo apice con l'attacco di 300 guerriglieri alla città di Golu e l'uccisione di soldati dell'esercito sudanese. Il governo decise la repressione militare della rivolta e cominciò ad armare dei gruppi arabi presenti già a partire dagli anni '80 e conosciuti poi come milizie Janjaweed. Composte da banditi, ex-soldati e giovani disoccupati provenienti da piccole popolazioni arabe, le milizie Janjaweed raggiunsero una triste fama per le brutali aggressioni alla popolazione civile. Ma tuttora le milizie Janjaweed si rendono responsabili di crimini contro i profughi e di attacchi ai campi profughi. Solo lo scorso 10 febbraio le milizie Janjaweed hanno attaccato dei campi profughi nelle vicinanze della città di Kass nel Darfur meridionale. Durante l'aggressione molte capanne sono state saccheggiate e bruciate, due persone sono state uccise e almeno altre dieci ferite.

Carburante dall'energia solare, ora è possibile

Grazie ad un prototipo, gli scienziati americani della Sandia National Laboratories, sono riusciti ad utilizzare l'energia solare per convertire l'anidride carbonica in vero carburante.

Il principio su cui si basa questo metodo, ci spiega l'ideatore Rich Diver, è molto semplice: "Attraverso l'energia solare è possibile innescare una sorta di combustione al contrario che trasforma l'anidride carbonica in carburante. Concentrando l'energia solare, si trasforma il biossido di carbonio, rilasciando così ossigeno e un flusso di ossido di carbonio che può essere facilmente convertito in combustibile liquido adatto a tutti gli usi e agli impianti tradizionali di trasporto già attivi". Questo consentirà di riciclare le emissioni inquinanti, ad esempio recuperando quelle delle centrali a carbone, generando nuova energia mentre si riducono le emissioni".

"La cosa più eccitante" - aggiunge Diver - "è che questa invenzione consente di utilizzare il carburante fossile due o più volte, consentendo di diminuire le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera oltre a diminuire le quantità di carburante fossile dal sottosuolo.

L'invenzione davvero rivoluzionaria però non sarà pronta per il mercato prima di 10-15 anni. Questi sono infatti i tempi minimi per la commercializzazione e l'adattamento delle nuove invenzioni tecnologiche alle logiche del mercato globale. I petrolieri possono tirare un sospiro di sollievo, pur dovendo cominciare ad organizzarsi per convertire i loro impianti di carburante fossile, il petrolio, in qualcosa di meno inquinante, allineandosi con il trend ecologico che in questo momento storico vuole disporre di un'energia pulita, economica e sostenibile per tutta l'umanità. Le conoscenze tecniche e scientifiche per creare un mondo futuro più pulito ci sono, adesso occorrerà vedere se i grandi players che costituiscono i centri del potere mondiale saranno d'accordo ad operare verso una direzione più sostenibile, magari rinunciando a parte dei loro guadagni.

venerdì 26 febbraio 2010

Un pensiero per gli amici blogger


Oggi voglio scrivere un mio piccolo pensiero per tutti i blogger. Parto con la premessa banale che gestire un blog ti permette di leggere ed esprimere le opinioni e la libera informazione. Ma non solo questo. Gestire un blog ti permette anche di conoscere altra gente. Ecco, quest'ultimo punto mi sta a cuore. Ho conosciuto (seppur virtualmente) tanti amici blogger. E attraverso i loro scritti, le loro opinioni, i loro articoli, i loro video e le loro critiche ho anche iniziato a farmi una idea su ognuno di loro. Tutte interessanti e bravissime persone. Lo si vede. Molti di questi li voglio ringraziare. Perché è da loro e su internet che mi informo, visto che la tv non la guardo.

Continuate così amici. Avete tutta la mia stima e considerazione, il mio supporto e la mia simpatia. Un abbraccio virtuale a tutti, con la speranza un giorno di stringere la mano a qualcuno di voi.

Andrea De Luca
Informare è un dovere

Nucleare a scuola: Gelmini sconcertante, scuole in rovina e lei pensa alle centrali


In scuole dagli edifici fatiscenti, le cui casse sono ridotte sul lastrico, con 25.600 professori in meno e 7.700 alunni in più nelle superiori grazie alla riforma, con classi strapiene e meno ore di lezione, la prima urgenza che si avvertiva era proprio una bella ora di “centrale nucleare”: l’iniziativa annunciata dalla Gelmini è semplicemente sconcertante.

L’idea di avviare approfondimenti a scuola sulla costruzione delle centrali nucleari dimostra, soprattutto, la distanza che separa il Ministro dalla realtà quotidiana delle scuole italiane: pensare, in un momento così difficile, a indottrinare gli studenti sulla scelta del nucleare, è un’operazione propagandistica che nulla ha a che vedere con la sostenibilità ambientale e tanto meno con la didattica.

Ripeto: un Ministro che, di fronte a un inizio d’anno che si preannuncia lacrime e sangue dopo la riforma e i tagli, pensa alle centrali nucleari, sorprende per temerarietà e sconcerta per avventatezza.

La vera emergenza Rom ha il volto di bambini innocenti...

È facile continuare a vendere la storiella dei Rom che non rispettano le regole e non vogliono integrarsi, limitandosi a ragionare per stereotipi. La realtà, nella mia testimonianza, è una famiglia continuamente cacciata nonostante la sua evidente volontà di iniziare un percorso nuovo, un bambino a cui sono negati dei diritti fondamentali (la casa, l’istruzione), un percorso scolastico e affettivo continuamente interrotto.

Milano, 24 febbraio 2010. Sono un’insegnante di scuola elementare, lavoro nel quartiere Bovisa, nella prima periferia milanese. Il quartiere è vivace e multietnico e la mia classe, una prima, ne rispecchia le caratteristiche.

A gennaio si è aggiunto a noi un nuovo bambino, Romeo. Romeo è un bambino Rom, nei suoi sei anni di vita ha vissuto varie volte l’esperienza dello sgombero. È giunto nella nostra scuola dopo essere stato allontanato dal Rubattino ed aver interrotto la sua frequenza scolastica alle elementari di via Feltre. Avvisata del suo arrivo ho contattato la sua maestra, che conosco personalmente per aver lavorato tre anni in quella scuola. Ho recuperato i suoi libri e i suoi quaderni e glieli ho fatti trovare sul banco quando è arrivato nella sua nuova classe, in via Guicciardi. Per due settimane ha frequentato la scuola, arrivando sempre puntuale e motivato. In pochi giorni ha conquistato tutti noi con la sua allegria ed il suo affetto, anche la famiglia è sempre stata disponibile e rispettosa.

Un giovedì mattina, appena entrata in aula, sono stata letteralmente trascinata in corridoio da Romeo che, parecchio preoccupato, continuava a ripetermi “polizia, sgombero”. Speravo che si trattasse di un fraintendimento e invece era tutto vero: il lunedì successivo lui, un’altra bambina che frequentava la quarta e le loro famiglie sono stati sgomberati dal capannone in cui vivevano. Ho avuto notizie di loro tramite gli operatori che da anni li seguono: per qualche notte sono stati ospitati in un centro di accoglienza, si è parlato di un possibile rientro a scuola… invece ho saputo che saranno a breve sgomberati dal luogo in cui hanno trovato riparo, in fondo a via Bovisasca. E tutto questo a distanza di poche settimane dal precedente sgombero. Non ho parole. Non posso continuare a sentir parlare di ‘emergenza Rom’ se non pensando che l’emergenza è il degrado in cui costringiamo a vivere queste famiglie. Per me la vera emergenza ha il volto di un bambino di sei anni che – me l’hanno raccontato pochi giorni fa – non vede l’ora di tornare a scuola e non può farlo.

È facile continuare a vendere la storiella dei Rom che non rispettano le regole e non vogliono integrarsi, limitandosi a ragionare per stereotipi. Nemmeno io mi sento immune dai pregiudizi, ma posso semplicemente raccontare quello che ho visto: una famiglia continuamente cacciata nonostante la sua evidente volontà di iniziare un percorso nuovo, un bambino a cui sono negati dei diritti fondamentali (la casa, l’istruzione), un percorso scolastico e affettivo continuamente interrotto. E dietro la storia di una singola famiglia intravedo quella di troppe altre, colpite da un accanimento che odora di persecuzione. La roboante retorica securitaria potrà nascondere ancora a lungo il totale fallimento di queste scelte politiche nonché l’immane spreco di denaro pubblico che ne deriva?

Possibile che le cifre spese per sgomberare in continuazione le solite famiglie non possano essere investite per seri progetti di integrazione sociale? Possibile che la volontà di una famiglia di mandare con costanza il proprio figlio a scuola sia un dato da non prendere minimamente in considerazione in sede istituzionale? Leggo sui giornali di volontari, insegnanti e famiglie che si attivano per aiutare, protestare, informare: in città le voci di dissenso si stanno allargando a macchia d’olio, ora è il momento che anche dal Comune di Milano arrivino segnali forti di un cambiamento di rotta. Romeo, quaderni e pennarelli sono sotto il tuo banco e la foto del tuo primo giorno nella nuova scuola è ancora sulla porta dell’aula. Ti aspettiamo, torna presto a imparare, giocare, fare amicizia con i tuoi compagni. A sei anni ci sono parole più belle da ripetere di ‘sgombero’.

Fonte: Everyone

giovedì 25 febbraio 2010

Disastro ambientale nel Lambro e nel Po


Dopo aver contaminato il Lambro, l'onda nera di petrolio fuoriuscita dai depositi della Lombarda Petroli di Villasanta, si è riversata anche del Po. I danni sono enormi, anche perchè il Po è il fiume più lungo e importante d'Italia. Il suo bacino idrografico copre quasi tutto il Nord Italia. Le sue acque sfociano nel Mare Adriatico. Immaginate quindi la grandezza dell'area interessata. Si rischia davvero una catastrofe ambientale, per gli animali e per la salute.

La Procura di Monza ha aperto un’inchiesta per disastro ambientale e avvelenamento delle acque. Che schifo. In tutti i sensi.

mercoledì 24 febbraio 2010

Per Acerra un regalo nerofumo

Da ormai un anno giornali e TV hanno epurato dai propri rotocalchi l’argomento dei rifiuti in Campania, fatta eccezione per le esternazioni della premiata ditta Berlusconi & Bertolaso che quasi quotidianamente trova occasione per sottolineare la propria opera salvifica consistente nell’aver restituito dignità e pulizia a Napoli e alla Campania.

In realtà chiunque abbia studiato anche solo superficialmente il problema è a conoscenza del fatto che l’unico “miracolo” realizzato dal governo e dal suo Commissario è stato quello di ordinare ai compattatori di tornare nelle strade a raccogliere la spazzatura ed ai giornalisti di raccontare che l’emergenza era finita, grazie all’inaugurazione del forno inceneritore di Acerra e alla messa in cantiere di altri 4 inceneritori, il tutto finanziato con il denaro dei consumatori, tramite i contributi Cip6 che appesantiscono la bolletta elettrica e rendono ricche le grandi multiutility.

Ad Acerra, dove nel marzo dello scorso anno è stato inaugurato un megainceneritore che non aveva ancora (e non ha tuttora) superato i test di collaudo, costruito attraverso la militarizzazione dell'area per impedire le veementi proteste dei cittadini, di miracoli non se ne sono visti, mentre al contrario da allora nuovi problemi hanno iniziato a sommarsi a quelli già esistenti, determinati dalla diossina dispensata dal percolato delle discariche abusive e dagli scarichi degli impianti industriali.

Domenica 21 febbraio, intorno a mezzogiorno, i residenti, fra i quali alcuni contadini che lavoravano nei campi, hanno potuto vedere una grande nube nera innalzarsi dai camini dell’inceneritore e in breve oscurare il cielo delle aree limitrofe. Nonché apprezzare i miasmi venefici contenuti nell’aria dall’odore nauseabondo e dal sapore acre, mentre cadeva a terra cenere nera. Il sindaco Tommaso Esposito, testimone anch’egli del fenomeno, dopo avere ricevuto in Municipio molti cittadini preoccupati, ha provveduto immediatamente ad inviare all’Arpac e al presidente dell’osservatorio sull’inceneritore, Coccolo, un fax nel quale domandava delucidazioni in merito all’accaduto. Ma sono in molti a domandarsi perché fino ad oggi lo stesso Esposito non abbia preteso la chiusura dell’impianto, dal momento che già da alcune settimane si susseguono casi come quello di domenica, con emissioni di nubi tossiche e maleodoranti che rendono l’aria irrespirabile. Senza contare che l’inceneritore in meno di un anno dalla sua inaugurazione ha già sforato oltre 140 volte i limiti di legge in materia di emissioni di polveri sottili.

In attesa delle risposte dell’Arpac, notoriamente famosa per la propria correttezza e professionalità, non ci resta che augurarci una visita a breve dell’eroe nazionale Guido Bertolaso, di ritorno dal suo viaggio nei territori disastrati di Sicilia e Calabria, dove avrebbero dovuto essere investiti i soldi “buttati a mare” alla Maddalena e stanziati per il Ponte sullo Stretto di Messina.

Forse proprio lui, che aspira ad essere celebrato con una statua nei territori miracolati dal suo operato, sarà in grado di dare delle risposte ai cittadini costretti a respirare nerofumo a causa di un inceneritore presidiato dall’esercito.

20 anni fa la morte di Sandro Pertini


20 anni fa moriva Sandro Pertini, il Presidente della Repubblica più amato e rispettato. Un grande uomo.



La politica deve essere fatta con le mani pulite (Sandro Pertini)

martedì 23 febbraio 2010

La mia opinione sul Festival di San Remo

Da sinistra: Valerio Scanu (il vincitore), Emanuele Filiberto e Marco Mengoni (i finalisti)

Non ho ancora espresso la mia personale opinione sul Festival di San Remo. Da premettere che quest'anno non ho guardato nemmeno un minuto la manifestazione. Non che gli altri anni ero incollato alla tv per guardarlo, mettiamo in chiaro questo!

Quest'anno il Festival è stato vinto da Valerio Scanu, un altro 'allievo' di Maria De Filippi. Mi chiedo che poteri avrà la De Filippi per sfornare talenti. Tutto sommato, però, la canzone di Scanu non è stata deludente. Bel testo, bella voce il ragazzo. Può crescere. Parola di Mina, una grandissima della canzone italiana, che proprio oggi lo ha dichiarato.

La canzone che non mi è andata giù è stata quella di Pupo e Filiberto, 'Italia amore mio'. Che coppia. Musicalmente che dire: Pupo non è certo De Gregori o Baglioni. Infatti è famoso per il gelato al cioccolato. Filiberto fino a ieri non sapeva cosa fosse la canzone. E per quanto riguarda il testo molto 'patriottista', mi domando: come è possibile portare un Savoia a Sanremo e farlo arrivare in finale con una canzone del genere? Vorrei ricordare che la sua famiglia ha massacrato migliaia di famiglie del sud Italia. E nel momento del bisogno sono scappati via con tutti i tesori italiani. E lui canta 'Italia amore mio'? Mi sa molto di presa per il culo.

Le polemiche sugli esclusi poi non sono mancate. Da quel poco che ho sentito, mi sembrava che c'era qualche canzone migliore, come quella di Povia. In effetti all'annuncio degli esclusi, nella sala dell'Ariston ha risuonato una melodia di fischi e addirittura, primo caso nella storia del Festival, anche l’orchestra si è scomposta lanciando sul palco gli spartiti accartocciati. Il pubblico gridava: “Vergogna, venduti”. Poi la Clerici che ogni serata indossava degli abiti improponibili e orrendi.

Insomma, un altro Festival deludente nei contenuti.

La protesta di Paolini contro San Remo


Gabriele Paolini, il famoso 'disturbatore televisivo', è tornato a far parlare di se. Ieri pomeriggio era in Piazza Mastai a Roma, davanti al palazzo dell'Adnkronos. Dopo essersi denudato, in costume da bagno, si è tuffato nella fontana della piazza. Paolini, con questo gesto, ha voluto protestare contro il Festival di San Remo contestando in particolare i compensi agli ospiti, che ha definito "un vero e proprio schiaffo alla crisi".

Alla fine della sua particolare protesta Paolini si è rivestito e se ne è andato sotto gli occhi della gente che lo ha applaudito. Sinceramente lo avrei fatto anche io se mi fossi trovato lì in quel momento. Paolini è un personaggio molto particolare e discusso ma in fondo questo suo gesto non è stato sbagliato. Cosa ne pensate?

lunedì 22 febbraio 2010

Il festival della volgarità e del vuoto assoluto


Che ci facevano Bersani ed il Ministro Scaiola al festival di San Remo? Dovevano farsi notare da un pubblico di dodici milioni di telespettatori. Ma i due non sono critici musicali e probabimente nel loro privato neppure melomani. Dovevano comunque parlare e farsi notare. A questo punto interviene il grande maestro della TV, personaggio assai scafato da anni ed anni di esperienza di intrattenimento da salotto nella quale ha avuto enorme successo tanto da diventare molto ricco e uomo di grande potere nel mondo della televisione commerciale: Maurizio Costanzo, il quale, alza l'ingegno e trova il tema adatto: intervistare tre operai della Fiat di termine Imerese, la famosa fabbrica che Marchionne vuole chiudere a tutti i costi. Gli ingredienti ci sono tutti: l'Italia ha avuto ed ha una grande solidarietà con gli operai e le loro famiglie, l'argomento è drammatico e strappa lacrime vere. I racconti degli operai emozionano il pubblico. Intervengono Scaiola e Bersani e recitano le loro parti rispettive di Ministro e di Capo dell'Opposizione. Il risultato non è brillante. La gente rumoreggia. Entrambi i due oligarchi, il Ministro ed il capo del PD, non possono garantire la salvezza della fabbrica e degli operai. Ma mostrano un sincero interesse, un coinvolgimento che sembra genuino. Sappiamo tutti che la fabbrica sarà chiusa. Non c'è niente da fare e soltanto un miracolo può cambiare il corso del destino. Il miracolo invocato da processioni con luminarie che si svolgono nei paesi delle Madonie coinvolti nella crisi. Ma, come insegna Berlusconi, quello che conta non è la realtà ma la sua rappresentazione che può essere manipolata a piacere. Insomma gli operai sono stati non aiutati ma usati per consentire a due grossi oligarchi della politica di ritagliarsi una parte nel festival nazional-popolare più famoso d'Italia, uno spettacolo che occupa una settimana e che viene seguito dalle famiglie anche se l'ottanta per cento di esso è di una noia mortale. L'evento si è compiuto nonostante non sia andato del tutto come programmato. Se domani la fabbrica sarà chiusa e gli operai licenziati questo non avrà poi tanta importanza nelle tante crisi che affliggono l'Italia.

Questa edizione del festival dista anni luce dalla gran parte di quelli passati.
Quando l'Italia era genuina, aveva voglia di stare bene, di darsi un futuro. Non è il festival di Nilla Pizzi o di Claudio Villa e di quanti altri hanno fatto la storia della musica, del folk italiano. E' stato lo specchio dell'Italia volgare, pacchiana, berlusconiana. Per la seconda volta, un giovane allevato nelle scuderie di Maria De Filippi, vince il Festival. Mi domando quale particolare scuola musicale sia questa della De Filippi per acchiappare due coppe da trofeo così importanti. Probabilmente non si tratta né di musica né di poesia ma soltanto di una forte organizzazione capace di condizionare il televoto che ha assicurato il trionfo del giovanotto.

Se si scava nel retroscena del festival si scoprono intrecci di interessi societari, finanziari e mercantili che hanno ridotto a mero prodotto, merce, la grande canzone italiana. Il Festival è stato affollato di personaggi della televisione commerciale ed il suo format è pieno di citazioni e di influssi della peggiore spazzatura televisiva dal Grande Fratello all'Isola dei famosi alle trasmissioni della De Filippi. Questa dirige da un pezzo Uomini e Donne, una pomeridiana di stampo machista dove si sviluppano romanzi e romanzetti in cui il rapporto uomo donna è dominato dalla cultura del peggiore tradizionalismo maschilista italiano. Da un pò la nostra Maria, ottenuto un grande successo di audience, probabilmente consigliata da studiosi di sociologia e di marketing ha dato vita ad una variante over sessanta. Una raccapricciante trasmissione alla quale partecipano persone rigorosamente anzianissime che, secondo un copione indecoroso, fanno il verso ai giovani dell'altra trasmissione. Forse questa trasmissione di anziani ed anzianissimi avrà successo nelle sale pranzo degli ospizi. A me sembra una ghettizzazione, uno zoo di vecchi mostrati alla curiosità del pubblico per far dire: "vedete, alla loro età come sono arzilli, birichini direi, arguti, pieni di ironia, pieni di voglia di fare e di vivere". Dovrebbero essere vietate le trasmissioni che selezionano i partecipanti per età e li costringono a confrontarsi tra di loro e soltanto tra di loro. A me sembra razzismo anche se inconsapevole. Costanzo e la De Filippi omologano e assoggettano la TV pubblica a quella commerciale.

Il Festival si è chiuso. La Clerici esce dai suoi monumentali rutilanti abiti e forse torna a maneggiare pentoloni e padelle nella tv cuciniera. Il principe ereditario al trono d'Italia ha avuto il suo momento di gloria nazionale. Le somme che si sono spese, si dice, sono pazzesche. Ma chi se ne frega? Tutti abbiamo pagato il canone e la TV nazionale incassa oltre cinque miliardi di euro l'anno. Se si spendono tutti facciamo vivere tanta brava gente....

Pietro Ancona

domenica 21 febbraio 2010

Un gruppo su Facebook istiga a colpire i bambini down. Che vergogna!

Nuovo gruppo choc su Facebook: "Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini Down". Nel gruppo la foto di un bel bimbo che ha le caratteristiche della malattia sulla cui fronte è scritto "scemo". «È l'unica fine che meritano questi parassiti», si legge nella didascalia sotto la foto. La "motivazione" del gruppo riportata sulla pagina di Facebook recita: «È così difficile da accettare questa malattia... perchè dovremmo con vivere con questi ingnobili creature... con questi stupidi esseri buoni a nulla? I bambini down sono solo un peso per la nostra società. Dunque cosa fare per risolvere il problema? Come liberarci di queste creature in maniera civile? Ebbene sì signori... io ho trovato la soluzione: essa consiste nell'usare questi esseri come bersagli, mobili o fissi, nei poligoni di tiro al bersaglio. Una soluzione facile e divertente per liberarci di queste immonde creature».

Vergognoso tutto ciò! Non so che dire. Dico solo che certe persone sono bastarde, stupide, luride. Mi fanno schifo! Meriterebbero di fare una brutta fine. Scusate lo sfogo ma non posso tollerare certe cose. I bambini down sono persone normali come tutte le altre!

Beppe Grillo vince contro la querela delle parlamentari

Aveva detto durante una seduta della commissione Affari costituzionali del Senato: «Sei persone hanno deciso i nomi di chi doveva diventare deputato e senatore. Hanno scelto 993 amici, avvocati e, scusate il termine, qualche zoccola, e li hanno eletti». Questa la frase che il giugno scorso, pochi giorni dopo l’audizione di Grillo, risalente al 10 di quel mese, si guadagnò la querela. La frase di Beppe Grillo però non può essere punita perché il soggetto a cui è rivolta è generico. Archiviata, quindi, la denuncia per diffamazione contro il comico genovese presentata da diciotto deputate e senatrici, tra cui l’avvocato Giulia Bongiorno (che aveva messo a punto l’atto), Alessandra Mussolini, Paola Binetti, Manuela Di Centa.

Così il noto comico genovese – che era intervenuto in Senato per illustrare la proposta di legge popolare "Parlamento Pulito" firmata nel 2007 durante il primo V-Day da 350 mila persone e ad oggi ferma in attesa che venga presa in considerazione - esulta dal blog (http://www.beppegrillo.it/2010/02/le_extravergini.html): “Il Tribunale di Roma ha respinto 19 querele presentate contro di me da deputate e senatrici attraverso lo Studio Legale Bongiorno […] Come siamo arrivati a questa sentenza e perché? Il 10 giugno 2009 sono stato invitato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato per illustrare la proposta di legge popolare "Parlamento Pulito" firmata da 350.000 cittadini. La proposta, dopo quasi otto mesi, non è ancora stata presentata al Senato. Però le cause di diffamazione sono state prontamente attivate”.

Ancora più agguerrito, quindi, Grillo che nell’editoriale “Le extravergini” prosegue il suo amaro sfogo: “In questa legislatura sono state discusse leggi vergognose, dal Lodo Alfano, a quella delle intercettazioni, al processo breve, allo Scudo Fiscale. Deputati e senatori extravergini dovrebbero preoccuparsi della loro onorabilità per aver permesso che queste leggi siano state presentate e approvate, e querelare i primi firmatari in nome e per conto del Parlamento. 350.000 persone aspettano che la legge "Parlamento Pulito" venga discussa. Poiché ognuno di loro conta uno, hanno il diritto di presentarsi di fronte al Senato uno alla volta e tutti insieme per pretendere rispetto da parte dei loro dipendenti. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure”.

VIDEO-LINK
L’Intervento in Senato che ha dato il via alla querela



sabato 20 febbraio 2010

“Riforma” Gelmini. Sulla scuola pubblica cala la mannaia della destra

Le scuole italiane sono alle prese con la più difficile situazione mai presentatasi in 60 anni di storia repubblicana. Ci voleva nuovamente un governo della destra per ridurre l’istruzione pubblica in questo stato comatoso. Le immagini di “Presa diretta” di domenica scorsa, con gli insegnanti e gli studenti di un istituto siciliano alle prese con una umiliante transumanza fra classi sporche e inadatte, sono lo specchio dello spaventoso baratro in cui la scuola italiana sta precipitando per colpa della dissennata politica dell’attuale Governo.

In questi giorni, negli istituti di tutta Italia, insegnanti e dirigenti stanno facendo i primi conti sugli effetti che l’entrata in vigore della “riforma” Gelmini avrà sul funzionamento delle scuole e sugli orari. Uno dei problemi che i docenti stanno esaminando è la riduzione generalizzata del monte-ore. Infatti, nonostante che la riforma dei cicli della scuola superiore inizierà soltanto con le prime classi, il Governo ha imposto – come al solito per risparmiare – la riduzione delle ore complessive di lezione da 36 a 32 alla settimana anche nelle classi successive (dalla seconda alla quarta compresa). Ciò comporta l’individuazione, scuola per scuola, di quelle materie che dovranno cedere almeno un’ora a settimana. Gli effetti di questa decisione, per niente compensata, come vogliono far credere, dall’abolizione delle ore di 50 minuti, trasformate in 60, avranno una ricaduta non indifferente sulla possibilità di svolgere al meglio i programmi ministeriali, già di per sé assai vasti.

L’espulsione dei precari

Il secondo effetto è ancora più micidiale e riguarda le migliaia di docenti precari che, proprio in conseguenza di questo taglio orario, non troveranno più alcuno spezzone di cattedra sul quale esercitare le proprie ventennali competenze. Già, perché uno dei primi obiettivi, cercati con gelida determinazione dall’attuale ministro della pubblica istruzione, è stato quello di emarginare per sempre il precariato scolastico. Ed uno dei modi più sbrigativi per farlo era proprio quello di mettere a punto un sistema che eliminasse radicalmente le fonti dell’occupazione precaria, come la determinazione delle cattedre orarie e la loro formazione su più scuole. Non soltanto la diminuzione del monte-ore settimanale ma anche la possibilità di formare cattedre per più di 18 ore (sempre esistita, per la verità, con il limite massimo di 24 ore settimanali, ma come ipotesi residuale), incentivando l’assunzione dell’incarico da parte dei docenti di ruolo all’interno di ogni istituto, consentiranno la progressiva scomparsa dei docenti precari, che, soprattutto a partire dal prossimo anno scolastico, non troveranno più alcuna sistemazione.

Un mondo di disoccupati

È evidente il problema di ordine pubblico che, a partire dal prossimo mese di agosto, si creerà di fronte agli uffici dei Provveditorati e degli uffici scolastici regionali, con migliaia di insegnanti che non riusciranno più a trovare alcun lavoro, molti di loro di età non inferiore a 40 anni, con mogli e figli. Già adesso, con i tagli apportati, si sono registrati 42.104 docenti e 15.167 collaboratori scolastici in meno (complessivamente, 52.171 posti di lavoro evaporati). Nel 2011, i tagli avranno creato 131.900 nuovi disoccupati, il 15,66% degli insegnanti italiani, a fronte di un aumento complessivo degli alunni pari a 37.441 nel 2009 rispetto al 2008. Se consideriamo che i tagli apportati alle classi ne hanno comportato una diminuzione di 3.826 unità, aumentando dunque il numero di studenti per ogni classe e incrementando a dismisura i problemi di didattica e di apprendimento, possiamo avere un’idea della futura scuola di Mariastella Gelmini e di Giulio Tremonti.

Un Paese in controtendenza

Il succo della “riforma” scolastica risiede in una selvaggia diminuzione delle risorse disponibili per l’istruzione pubblica e in un aumento progressivo di quelle a disposizione della scuola privata, proprio in un momento in cui l’Ocse e molti altri organismi internazionali sottolineano l’assoluta necessità per i Governi di investire nel capitale umano. Secondo l’Ocse, infatti, «c’è una relazione tra investimento in istruzione e crisi economica». In particolare, Angel Gurria, segretario dell’Organizzazione che raggruppa le maggiori economie mondiali, afferma che il periodo che seguirà la recessione mondiale «sarà caratterizzato da una domanda senza precedenti dell’istruzione universitaria» e che «gli investimenti in capitale umano contribuiranno alla ripresa, se i governi e istituzioni saranno in grado di rispondere a questa domanda».

Il nodo della riqualificazione degli insegnanti

L’altro nodo sotteso alla difficile situazione della scuola italiana è quello della riqualificazione dei docenti. Qui l’annoso problema è quello della loro retribuzione e prestigio sociale, due elementi che vanno considerati unitariamente. Entrambi risultano i peggiori nell’Unione europea, soprattutto se li si compara a quelli di cui godono i docenti francesi e tedeschi. Anche in questo campo, la “riforma” non ha previsto nulla di nulla, se non ipotesi rigorosissime di direttive Invalsi, per la valutazione delle scuole su scala nazionale, non assegnando alle stesse alcuna risorsa finanziaria supplementare. Impossibile ritenere che l’istruzione pubblica possa realmente stare al passo con le esigenze del mondo moderno senza approntare un sistema di retribuzioni economiche che attiri i migliori cervelli che escono dall’università. Oggi, nella maggior parte dei casi, l’insegnamento è considerato l’extrema ratio per molti laureati, giustamente poco attratti da inesistenti possibilità di carriera e di progressione economica. Sarebbe dunque necessario rendere più appetibile l’insegnamento nella scuola. Ma, per questo Governo, l’istruzione pubblica è soltanto un problema contabile. Una scelta che peserà in modo drammatico sul futuro di milioni di giovani.

Fonte: Dazebao

venerdì 19 febbraio 2010

Sondaggio: Quale trasmissione vi sembra piu' obiettiva ed indipendente?

Ho aperto un sondaggio nel blog: 'Quale trasmissione vi sembra più obiettiva ed indipendente?'. Lo trovate in alto a sinistra appena sotto l'intestazione del blog. Il sondaggio resterà aperto fino a domenica 28 febbraio. Si può esprimere soltanto una preferenza ed una sola volta. Se volete potete utilizzare questo post per motivare la vostra scelta nei commenti.

L’integralismo cristiano evangelico sull’Uganda

Il paese africano è in procinto di introdurre una legge che prevede la pena dell’ergastolo per gli omosessuali, che viene elevata a pena capitale se quest’ultimi sono sieropositivi all’HIV. Contro questo palese calpestare ogni diritto umano, è intervenuto l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per per i diritti umani che è riuscito quantomeno a posporre l’entrata in vigore della legge che, in un primo momento, era prevista per il gennaio scorso. E’ in corso una forte mobilitazione internazionale per fare pressioni attraverso una petizione – che si può firmare qua – sul presidente dell’Uganda Museveni perchè receda dall’intento.

Ma è interessante notare come l’influenza dell’integralismo evangelico americano sia dietro la politica omofobica ugandese. Già il 3 gennaio il New York Times, con un articolo-inchiesta di Jeffrey Gettleman, aveva denunciato come dietro la proposta legislativa ugandese vi fossero le organizzazioni evangeliche americane notoriamente arroccate su posizioni integraliste. Il deputato promotore di questa legge – David Bahati – è membro del gruppo politico-religioso The Fellowship – conosciuto anche come The Family – caratterizzato dall’estremismo in campo religioso e dall’ultra conservatorismo teocratico in quello politico.

Il movimento gay è un “istituzione del male”; “l’omosessualità è una minaccia per la famiglia tradizionale africana”; “gli omosessuali possono scordarsi i diritti umani”. Queste le dichiarazioni di James Nsaba Buturo, ministro dell’etica e dell’integrità del governo ugandese.

Fonte: Minitrue

giovedì 18 febbraio 2010

Obama traditore


Oggi il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato: "Il nucleare rimane la maggiore fonte energetica che non produce emissioni inquinanti. Per cui per raggiungere i nostri crescenti bisogni energetici e prevenire le peggiori conseguenze del cambiamento climatico dobbiamo aumentare il ricorso all'atomo". Dunque Obama punta su nuove centrali nucleari, le prime ad essere costruite negli USA dopo 30 anni.

Ma Obama non si è sempre opposto al nucleare, a vantaggio delle energie rinnovabili? Perché ora cambia idea improvvisamente? E le scorie radioattive dove finiranno? E con quali rischi per la sicurezza nazionale? Tutte domande che si chiedono in molti. E in molti lo accusano di essere un traditore...

Poi ci lamentiamo dei nostri arbitri

Ogni tanto mi ritrovo a parlare di calcio sul mio blog. Questa volta scrivo di quello che è successo ieri sera nella partita di Champions League tra Bayern Monaco e Fiorentina. Il direttore di gara, il norvegese Ovrebo, ha convalidato il secondo gol della squadra tedesca in netto fuorigioco (di almeno un paio di metri) penalizzando la squadra viola che fino a quel momento aveva fatto una buona partita nonostante l'inferiorità numerica per una espulsione (tra l'altro anche questa molto dubbia e contestata).

E' allucinante l'errore dell'arbitro e del guardalinee sul gol tedesco. Si vedeva lontano un miglio che il gol era in fuorigioco. E' una regola semplice poi: se un giocatore si trova davanti la linea del pallone e alle spalle dell'ultimo difensore (quindi a tu per tu col portiere) il gioco si ferma. L'evidenza ieri sera era gigantesca.

In Italia ogni santissima domenica ci lamentiamo degli arbitri (e degli assistenti) che non vedono fuorigioco sia millimetrici che metrici. Ma all'estero ci sono arbitri che non sono da meno. Ovrebo è uno scandalo. In passato ha 'rovinato' tante partite per colpa delle sue decisioni. E ci lamentiamo dei nostri arbitri...

mercoledì 17 febbraio 2010

Niente sconti, siete disabili

A Napoli hanno deciso di applicare una sentenza della Corte di Cassazione secondo la quale le automobili che trasportano i disabili, ancorché provviste di regolare contrassegno, non possono più posteggiare gratuitamente negli spazi contrassegnati con la striscia blu (per intenderci, quelli che normalmente sono a pagamento), a meno che non dimostrino che i parcheggi riservati ai portatori di handicap (sempre per capirci, quelli con il cartello e la striscia gialla) erano tutti occupati.

Il che equivale a dire, se non ho capito male, che se tizio deve accompagnare suo fratello disabile dal logopedista, e una volta giunto a destinazione trova tutti i parcheggi con la striscia gialla occupati (magari da chi non ne avrebbe neppure diritto), si deve rassegnare a pagare la tariffa oraria come tutti gli altri, a meno che non si prenda la briga di:

- munirsi di macchina fotografica;
- fotografare tutti i parcheggi per disabili della zona, avendo cura di non trascurarne neppure uno, e facendo in modo che sulle foto risulti l'orario in cui sono state scattate;
- conservare i file fino al momento in cui gli arriverà a casa il verbale dei vigili urbani;
- fare ricorso allegando le fotografie e sperare che il giudice di pace annulli la multa.

Insomma, se uno ha un parente disabile e intende esercitare quel minimo di diritti che gli spettano, si deve trasformare in una specie di reporter e tenere un archivio fotografico accuratamente organizzato in ordine cronologico da esibire nelle sedi opportune. Oppure si attacca.

Davvero un bel modo di aiutare quelli che sono in difficoltà, eh?

Il paese delle disgrazie annunciate

Non siamo ancora stanchi di sentir parlare di disastri annunciati? Negli ultimi giorni il maltempo ha fatto la sua parte, Calabria e Sicilia sono in ginocchio. Sembra che la natura non ci dia mai abbastanza avvertimenti, perché in ogni modo questi verranno ignorati, mettendo il profitto personale di fronte alle scelte individuali.

Non voglio che pensiate sia demagogia, ma mi chiedo come si possano tollerare continui disastri, sempre "annunciati" senza mai esigere che qualcuno paghi.

È successo a Messina, a ottobre dell'anno scorso, e soltanto due anni prima una frana aveva ricoperto il paese di fango, ma, dato che nessuno era rimasto ferito, la cosa si è completamente ignorata. Due anni dopo, con quasi quaranta morti sulle spalle, erano invece tutti pronti a dire che non sapevano niente ma che era stata una tragedia, annunciata.

Evidentemente però, neanche i morti ci bastano più per farci svegliare. Passano pochi mesi e nuovamente le frane, nelle stesse zone, distruggono il paese di San Fratello, ed anche in questo caso si scatena la demagogia della solidarietà a parole e del menefreghismo a fatti.

Anche in Calabria la situazione è simile, frane e smottamenti lasciano centinaia di persone senza una casa, senza i loro averi.

Amministrazioni corrotte, impresari spregiudicati, deforestazione continua e sregolata sono la causa di queste vite spezzate, e mi chiedo come le persone non si rendano conto di come siano i comuni, le province, le regioni, che sperperano denaro pubblico e non pensano prima alla sicurezza dei loro cittadini a permettere tutto questo. Amministrazioni che arricchiscono l'imprenditore connivente di turno, l'azienda collegata alle mafie, e alimentano le infiltrazioni di queste stesse al loro interno e quindi chiudono un occhio, sull'abuso edilizio, sulle concessioni non ottenute, sugli studi geologici falsi o inesistenti.

Non si può continuare a sopportare il politico di turno che esprime solidarietà con una mano e rimpolpa la mafia con l'altra, giocando con le vite delle persone. La gente deve capire, e chiedere che chi è responsabile, anche marginalmente paghi e che sia impossibile che una mano lavi l'altra. Ma perché ciò sia possibile serve un ricambio completo della classe dirigente, ad ogni livello, ed una giustizia vera, che funzioni. Solo così si potranno evitare altre tragedie annunciate.

martedì 16 febbraio 2010

Eccomi in versione Staffelli al Carnevale del mio paese


Anche al mio paese, Pietramelara (CE), si è svolto il Carnevale. Alcuni amici hanno allestito il carro allegorico di Striscia la notizia, a cui ho preso parte anche io. Per una giornata mi sono improvvisato Valerio Staffelli e ho avuto l'onore di consegnare il tapiro d'oro a Berlusconi! Gli altri personaggi (come potete notare) erano Fini e Veltroni.

Il Tg Uno vi sodomizza il cervello

Vivere all’estero non è sempre rose e fiori come può sembrare a una persona che è stanca dell’Italia e vuole andarsene, a volte ci si sente stranieri anche dopo anni che si vive lontano dalla propria patria. Si sente la mancanza della propria terra, si prova una sensazione di disorientamento perchè di fatto si è scollegati dalle proprie radici. A volte sale una strana nostalgia che è diversa dalla nostalgia che si può sentire per una persona lontana. Mancano i paesaggi dove si è sempre vissuto, gli amici con cui si sono condivisi gli anni più belli della vita, i genitori, le abitudini, il lavoro, la vita in generale a cui si è stati abituati.

Quando vivo questi momenti di tristezza non c’è miglior soluzione che guardare il Tg Uno. Anche se sembra una battuta, fidatevi che non lo è. Mettersi davanti alla tv e seguire il tg del primo canale pubblico è come prendere uno schiaffo che ti riporta alla realtà interropendo qualsiasi viaggio mentale in corso. Dove vivo ora Rai Uno è, fortunatamente, l’unico canale italiano che si vede in tv e credo che se ci fossero anche Rete 4, Canale 5 ed Italia 1 allora non correrei alcun rischio di avere questi sprazzi di nostalgia. Mi metto davanti alla tv e non mi serve nemmeno arrivare alla fine del Tg, mi bastano i primi tre servizi per tranquillizzarmi e capire che essermene andato dall’Italia è stata la scelta giusta per me e per il mio cervello che non deve subire la pena della sodomizzazione quotidiana ad opera della tv di regime che regola il paese.

L’ultima crisi che ho avuto è stata domenica scorsa e allora alle 20.00 mi sono messo davanti alla tv e via con il Tg Uno. Il terzo servizio riguardava i fatti che coinvolgono Bertolaso, gli appalti del G8 e gli incontri a sfondo sessuale che il buon capo della protezione civile intratteneva al Salaria Sport Village. Informandomi su internet e leggendo il Fatto Quotidiano, sapevo abbastanza bene ciò che è accaduto e grazie anche alle intercettazioni telefoniche pubblicate sapevo che il Bertolaso godeva di uno speciale servizio alla Salaria Sport Village che iniziava la sera tardi, quando il centro benessere era già chiuso. Festini a base di frutta, champagne e parrebbe anche prostitute visto che una volta, finito l’incontro, l’amministratore Rossetti ha dovuto andare a ripulire il centro dalla frutta rimasta, dalla bottiglia di champagne e dal preservativo che non si trovava.

Il servizio del Tg Uno si è svolto cosi: intervista ad una massaggiatrice del centro benessere che impacciatissima continua a guardare alla destra della telecamera come ci fosse un suggeritore che gli indica le risposte da dare. Per dimostrare che all’interno del centro benessere non può accadere nulla di nascosto e con il fine di manipolare lo spettatore che si fida del tg nazionale, la massaggiatrice mostra che le porte dove avvengono i massaggi non possono essere chiuse a chiave, particolare sottolineato dalla giornalista che conduce l’intervista. Sapendo però come sono andati i fatti, ecco svelato il motivo per cui Bertolaso veniva di notte a farsi massaggiare: visto che le porte sono sprovviste di serratura, durante il giorno, il rischio che un frequentatore del centro capiti per sbaglio in quella stanza è abbastanza elevato. Ecco che la notizia è stata bella che cambiata, anzichè parlare di fatti si montano servizi per nasconderli e fare in modo che le persone rimangano nell’ignoranza e considerino verità ciò che è solamente bugia.

Questo è bastato a farmi ricordare tutti i motivi per cui ho lasciato l’Italia, a farmi ricordare perchè scrivo su questo blog e a farmi pensare che in fondo i giornalisti che preparano questi servizi con il solo fine di manipolare la conoscenza dei cittadini hanno smarrito la loro dignità, come Bertolaso il preservativo nel Salaria Sport Village.

lunedì 15 febbraio 2010

Sua emittenza e sua emergenza


Disastro Ferroviario di Viareggio, Nubifragio di Messina, Terremoto in Abruzzo, Monnezza in Campania. Il Principe della Protezione Civile è come il Natale, quando arriva arriva, in qualsiasi luogo ed in qualsiasi ora. Una risposta ad ogni problema. Una soluzione dopo ogni catastrofe. Un sorriso per tutte le tragedie. Ma ora qualcosa sembra scricchiolare.

La domanda che nessuno si pone in questi giorni, è come è possibile che da 4 giorni "l'Indagato Bertolaso" faccia così scalpore, visto che il Capo della Protezione Civile già risulta indagato da un anno in un'altra inchiesta della Procura di Napoli, la "Rompiballe", e cioè l'inchiesta sulla malagestione dell'emergenza rifiuti in Campania.

Sua Emittenza Monsignor Berlusconi e Sua Emergenza Monsignor Bertolaso, vanno a braccetto da un paio d'anni, su e giù per l'Italia. Silvio ci mette gli annunci, e Guido la faccia. Silvio ci mette l'ottimismo, e Guido la buona volontà. Silvio ci mette le tv ed i giornali, e Guido le soluzioni.

Ma una domanda da 4 giorni si pone una buona parte degli Italiani, da Trieste a Reggio Calabria, isole comprese. Ma i soldi, chi ce li mette? 330 milioni del G8 in Sardegna buttati nel cesso, chi ce li ha messi?

La verità è che nell'immaginario collettivo dell' indagato ma efficiente per i rifiuti in Campania, ora inizia a caldeggiare l'idea dell'indagato poco efficiente del G8 mancato in Sardegna. Ma morendo Sansone Bertolaso potrebbero morire tutti i Filistei del Governo: come potrebbe essere accolto, ad esempio, il Capo della Protezione Civile nei luoghi delle prossime emergenze e dei futuri disastri?

Dichiarare "Se il premier lo chiede farò le valigie", ad uno che le valigie non le ha mai fatte perchè non le ha mai nemmeno comprate, è l'ennesima ipocrisia. Fatto sta che comunque il corteo "Io non ridevo" di oggi a L'Aquila potrebbe segnare un nuovo inizio, uno spiacevole inconveniente, potrebbe essere il primo di una lunga serie.

I 327 milioni delle grandi opere incompiute a La Maddalena, si aggiungono ai 180 milioni di euro per le 24 milioni di dosi di vaccino per l'influenza H1N1. Mezzo miliardo di euro tondo tondo ed un Ministro Tremonti, coerentemente con il suo ruolo di Economista Ottimista, perennemente in silenzio. Questo maledetto Governo del Fare si sta confermando il Governo del Prosciugare.

Come il Governo che finge di lottare la Mafia con gli spot sugli arresti eccellenti, che poi glissa sulle strategie economiche criminali come lo scudo fiscale e le aste sui beni confiscati alle cosche. In un Italia in cui, secondo Bankitalia, il 10% delle famiglie possiede quasi il 45% dell'intera ricchezza netta delle famiglie italiane, cioè circa 6 milioni di Italiani possiedono la metà della ricchezza del Paese, a mio avviso un dato non poco preoccupante.

Una politica del fare, con il Cervello di Berlusconi e le Mani di Bertolaso. Ma soprattutto, con le Tasche degli Italiani.

La Rete sfida Mediaset: "Spegniamo il megafono del berlusconismo"

Mancano appena venti giorni ma la sfida, lanciata da alcuni utenti di Facebook, si annuncia interessante. Parola d'ordine? Spegnere Mediaset per una settimana, dal primo al 7 marzo, mandare in malora Grandi Fratelli e Marie De Filippi e con loro le entrate pubblicitarie dell'azienda del premier o, come la definiscono gli organizzatori, "il megafono del berlusconismo". Un braccio di ferro, quello tra Facebook e Mediaset, che riprende le grandi campagne degli anni '90 che, promosse da "Boicotta il Biscione", riuscirono a ridurre fino al 5% gli introiti pubblicitari. Già qualche migliaio gli iscritti alla pagina "1-7 marzo, una settimana senza Mediaset" ma i numeri tendono a salire così come anche l'entusiasmo che l'iniziativa comincia a riscuotere nel social network. E se per l'iscritta Marcella Menna non occorre "nessuno sforzo per non guardare il nulla" per Veronica Urban invece "non sarà facile (tutti i programmi che guardo sono su mediaset - vedi: simpson, griffin, film in prima serata ecc- ) ma ci proverò! l'idea mi piace un sacco!"

Per gli organizzatori questa sfida potrebbe "come per il No Berlusconi Day, tradursi in una grande mobilitazione di massa". La sfida è aperta. Il 7 marzo conosceremo il risultato. Questo blog, intanto, aderisce all'iniziativa.

Berlusconi al carnevale di Colonia


Carnevale di Colonia, in Germania. Ecco il ritratto di Silvio Berlusconi che nuota in un oceano di seni. Divertenti e ironici i tedeschi!

domenica 14 febbraio 2010

Berlusconi e la Mafia. Piccola lezioncina per i berluscones

Miei cari, perché non studiamo un pochino pochino? La tv e i giornali di Berlusconi vi dicono cazzate. Sono il suo 50% di pubblicità. E voi siete il suo 50% di elettorato. Dovete studiare. Ora cercherò di farvi capire perché è molto probabile che Berlusconi sia un mafioso. Seguitemi. Dai, uno sforzo, coraggio.

Il Governo non ha la facoltà di arrestare nessuno. E’ un compito che spetta alle procure, che ogni giorno combattono la mafia. Le stesse procure che hanno condannato per mafia Dell’Utri e che forse indagheranno per mafia Berlusconi. Le stesse procure ogni giorno delegittimate dalla televisione e accusate di "perseguire" politicamente.

Ricordo che quando Berlusconi comprò Il Giornale nel 1987, questo iniziò una campagna denigratoria nei confronti di Falcone e Borsellino, accusati di "carrierismo". Vittorio Sgarbi, nei suoi "sgarbi quotidiani" leggeva gli articoli in diretta, senza contraddittorio. Quale "carriera" abbiano fatto Falcone e Borsellino è notorio.

I governi possono solo fare leggi per aiutare la magistratura a fare il suo lavoro contro la mafia. Vogliamo vedere quali leggi ha fatto Berlusconi? Benissimo.

Si dice che ha insasprito il 41bis. Vero. Ma la legge Castelli è una grande bufala. Il 41bis del 1986 era della durata di 4 anni per ogni detenuto. La legge Castelli del 2002 e poi del 2009 ha reso "permanente" la detenzione dura. Ma c’è la fregatura. Il rinnovo deve essere fatto ogni 6 mesi e i tempi burocratici di richiesta dei magistrati e di approvazione del Parlamento di fatto durano di più di 6 mesi, quindi scadono i termini e per ogni rinnovo si devono aspettare di nuovo altri 6 mesi e così via all’infinito. In pratica il detenuto, a meno che non è proprio sfortunato, ha la possibilità concreta di evitare il 41bis per anni e anni.

Sapete perché questa legge si fece nel 2002? Perché il 12 dicembre 2002, durante la partita Palermo-Ascoli (proprio ad Ascoli è detenuto Totò Riina) apparve questo striscione: "Uniti contro il 41bis. Berlusconi dimentica la Sicilia". Il 16 dicembre il boss Leoluca Bagarella, durante il processo a Trapani, legge un comunicato firmato da 31 mafiosi in cui si accusano i politici di non aver rispettato i "patti". Il 21 dicembre arriva la legge Castelli. Che tempismo vero? Che efficienza questo governo. Possiamo continuare.

Nel 2003 il governo allarga il patteggiamento ai reati di mafia. Sempre nel 2003 si avanza la proposta di una legge contro le intercettazioni. E’ stata infatti un’intercettazione del tanto contestato Gioacchino Genchi (commissario di polizia) a registrare una telefonata tra il boss Leoluca Bagarella (il killer del giudice Boris Giuliano) e Marcello Dell’Utri nel 1993, in cui Bagarella chiedeva un nuovo appoggio politico, perchè la DC era stata travolta da Tangentopoli. Questo Genchi, che invasione della privacy. Purtroppo è stata la mafia ad aver invaso l’Italia.

Questo la Lega Nord lo sapeva benissimo, infatti potete leggere quello che la Lega pensava di Berlusconi fino al 2001. Ma adesso Berlusconi serve loro per stare al governo, quindi avranno pensato che, in fondo, con la mafia bisogna "convivere". Questo per darvi un’idea della caratura morale della coalizione che votate.

Ma continuiamo a raccontare la storia della lotta alla mafia del Governo Berlusconi.
Ho dimenticato di ricordare la legge sulla revisione dei processi del 2001, allargata anche ai reati di mafia. Chiunque è all’ergastolo può richiedere un nuovo processo cambiando il giudice.

Poi la depenalizzazione del falso in bilancio. Questa legge non è semplicemente un aiuto alla mafia, ma alla criminalità in tutte le sue forme. Credete che il mafioso stia nella macchia con la coppola e la lupara? Il mafioso lo si trova nelle grandi aziende del nord o del sud vestito in giacca e cravatta, va a messa ogni domenica e ogni tanto concede anche qualche intervista. Ma nel frattempo con questa legge può tranquillamente perseguire l’interesse privato in atti d’ufficio. Auguri.

La legge cosiddetta "ex Cirielli" (perchè lo stesso Cirielli se ne è vergognato e non vuole che si usi il suo nome), che accorcia i tempi di prescrizione ai reati di corruzione e allunga il tempo di prescrizione per i reati di mafia. Quindi combatte la mafia. Ma c’è il trucchetto. Il reato di associazione mafiosa (o di concorso esterno) deriva all’80% dei casi da ipotesi di reato nel corso dei processi per corruzione. Cioè, se uno viene indagato per corruzione, dopo 10 anni si può scoprire che il corruttore era un mafioso. Quindi il corrotto non è semplicemente accusato di corruzione, ma anche di concorso esterno in associazione mafiosa. Ma dopo 10 anni il reato di corruzione cade in prescrizione. Et voilà. Dietro c’è il cervello di Ghedini, si vede. E’ davvero intelligente. Siete voi che siete stupidi.

Condoni fiscali del 1994, del 2001 e del 2005. Scudo fiscale del 2001 e del 2009. Questa legge consente il rientro dei capitali illeciti. E’ una legge normale, fatta in tutti i paesi, ma il titolare dei capitali nei paesi normali consegna allo Stato il 50%, anche addirittura il 70%, in Italia invece il 5%. Praticamente è Disneyland. Con quei soldi i mafiosi potranno riacquistare i beni che erano stati loro confiscati, perché nel frattempo l’attuale finanziaria mette quei beni all’asta. Secondo voi un normale cittadino proverebbe mai a comprare un terreno appartenuto alla mafia? Sapendo che avrà minacce e ritorsioni? Nel 2006 il condono sui danni all’erario.

La legge contra-personam del 2004 per evitare che Caselli diventasse procuratore antimafia nazionale.

Piano regolatore per le costruzioni edilizie del 2009, che con un sistema molto ingegnoso garantisce l’appalto clientelare.

Il disegno di legge per il processo breve, come sapete, non include i reati di mafia. Trucchetto. Attenti a Ghedini. Abbiamo visto che l’associazione mafiosa è, in gergo giuridico, un reato-fine. Essa emerge da ipotesi di reato durante processi per reati-mezzo. Il processo breve si applica a tutti i reati-mezzo. E’ praticamente una versione aggiornata della ex Cirielli.

Riguardo agli arresti, il Governo il massimo che può fare è ostacolare la magistratura, attraverso il CSM. E infatti è quello che ha fatto. Usate un pochino il cervellino. Secondo voi non sono riusciti a prendere Nicchi e Fidanzati per 15 anni e, guarda caso, lo fanno proprio il 5 dicembre 2009. Messina Denaro è latitante da 20 anni e Maroni annuncia improvvisamente che stanno per prenderlo. Cosa significa?

Significa che il Governo ha tolto gli ostacoli posti alla magistratura (o magari ha dato una soffiata) e questa ha potuto tranquillamente fare ciò che dal CSM gli è stato impedito di fare per 20 anni: arrestare i boss.

I boss che la magistratura in tutti questi anni ha arrestato evidentemente non erano importanti, non meritavano protezione da parte del Governo. Se leggeste un pochino, scoprireste che la mafia ha sempre guerre interne. Buscetta rivelò tutto a Falcone non perché aveva visto la Madonna, ma perché voleva incastrare Riina.

Sono possibili due cose quindi:
1) Il Governo Berlusconi ha tentato il più possibile di ostacolare la magistratura attraverso il CSM, consentendo l’arresto dei mafiosi con cui non aveva stretto "patti".
2) Il Governo non è riuscito adeguadamente a proteggere i mafiosi del patto ed ora questi si vendicano collaborando con i magistrati nei processi, diffondendo anche notizie false e calunnie.


Niente di nuovo. Tutto è già successo con il processo ad Andreotti. A parte tutto, è davvero scontato e banale continuare a parlare di questo.

Chi legge e studia e non si beve le cretinate televisive e propagandistiche, che Forza Italia è il partito della mafia lo sa dal 1994. Basta comprare una qualsiasi storia della mafia e c’è sempre un capitolo dedicato a Berlusconi, basato sui fatti (intercettazioni telefoniche, dichiarazioni dei pentiti incrociate e riscontrate, indagini sui traffici di denaro ecc.).

E ovviamente sappiamo che il centrosinistra ha collaborato, soprattutto con l’indulto. La sinistra radicale ha protestato per anni contro il 41bis (ma perché lo subivano brigatisti e terroristi).

Sappiamo che Berlusconi era affiliato alla P2 (tessera n.1816) e che Prodi lo era alla Grande Oriente d’Italia.

Quindi? Dobbiamo scegliere per forza tra chi la mafia l’ha favorita molto e chi l’ha favorita un poco? Non possiamo scegliere di combattere senza se e senza ma la mafia? C’è Internet, creiamo un partito in cui i candidati sono controllati dalla rete e revocabili.

SVEGLIAMOCI!!!

sabato 13 febbraio 2010

Di Pietro non sa parlare bene. Ma sarà poi tanto grave?


Alcuni amici che conosco e che votano a destra mi prendono costantemente in giro su Antonio Di Pietro. Mi spiego meglio: ironizzano sul fatto che Di Pietro non sappia parlare bene l'italiano. Insomma, mi rivolgono frasi del tipo: "Il tuo leader non sa l'italiano", "E' ignorante", "Non sa parlare e non si capisce niente quando parla". Sapete che io sono un elettore dell'Idv. La cosa non mi infastidisce affatto, ma certamente non posso negare che non sia un grande comunicatore e che abbia difficoltà ad esprimersi dignitosamente e correttamente. Ho seguito molti suoi comizi e vi posso assicurare che spesso ci è scappata la risata, soprattutto quando ha usato espressioni dialettali o modi di dire bizzarri. E' vero, oggi in politica bisogna essere degli ottimi comunicatori. Insomma farsi capire bene dai propri elettori e simpatizzanti. Berlusconi ad esempio è un grande comunicatore. Non posso negarlo. Al di la del mio odio verso di lui (odio politico si intende). Di Pietro magari non lo è probabilmente perchè non ha proprio la tempra da politico. Anche perchè è stato un ex magistrato. Magari si esprimerà bene a livello giuridico. Non so se ho reso l'idea.

Molte volte però rifletto su una cosa: è vero che Di Pietro non sa esprimersi benissimo rispetto a Berlusconi, ma sarà poi tanto grave? Cioè, voglio dire: non è più grave ledere quotidianamente la Costituzione? Non è più grave accusare ogni giorno tutti di essere comunisti? Non è più grave fare battute idiote che danneggiano l'immagine dell'Italia all'estero? Non è più grave imbavagliare l'informazione? Sarei curioso di leggere qualche vostra opinione.