domenica 1 novembre 2009

Il caso Stefano Cucchi


E’ una triste storia. Un altro dramma tutto italiano, senza né capo né coda. Inspiegabile, come molti degli avvenimenti che accadono in giro per questo strano stivale. Oggi parliamo di Stefano Cucchi, arrestato dai Carabinieri il 15 Ottobre per il possesso di una modica quantità di droga. Si parla di 28 grammi di hashish e, qualche grammo di cocaina, più alcuni farmaci epilettici, inizialmente scambiato per exstasy. Fin qui niente di male, ma quello che succede dopo sembra la trama di un horror-thriller americano. Il giorno dopo l’arresto il giovane viene portato in Tribunale per la convalida dell’arresto. Qui, viene confermata la custodia cautelare dal Giudice in attesa dell’udienza il 13 Novembre. Stefano viene riportato in cella dai Carabinieri. I testimoni riferiscono che il giovane è arrivato nelle “aule di giustizia” con il volto gonfio, tumefatto e pieno di escoriazioni. Ai genitori viene impedito di parlare con il figlio, neanche si trattasse di un pericoloso boss mafioso.

Al momento di rientrare al Regina Coeli, durante la consueta visita medica vengono riscontrate diverse fratture, alla mandibola, alle vertebre e al coccige, più innumerevoli tumefazioni al volto e in tutto il corpo. Secondo quanto trascritto nella scheda apposita dal personale medico, Stefano Cucchi aveva riferito che la causa di quelle fratture e botte era stata una “semplice” caduta. I medici non vanno fino in fondo, il carcere attende il malconcio detenuto. Arrivato all’ufficio matricola viene respinto e mandato al Fatebenefratelli per esami. E poi ancora al Regina Coeli e di ritorno al Fatebenefratelli, fino al reparto carcerario dell’ospedale Sandro Pertini, sempre a Roma. Tutto questo avviene in poco più di due giorni. E’ sabato, e, ai genitori di Stefano è proibito addirittura parlare con il proprio figlio.

Cinque giorni dopo il ragazzo muore per le lesioni riportate. I medici del Pertini dicono si tratti di morte naturale.

L’agenzia di pompe funebri incaricata per le esequie fotografa quel cadavere ricucito dopo l’autopsia. Le foto sono sconcertanti. E subito ritorna in mente Federico Aldovrandi. Il cadavere di Stefano è ridotto piuttosto male, da profano sembrerebbe il corpo di un uomo pestato a morte. E’ stata aperta un’inchiesta ma, visto i precedenti, non siamo per nulla sicuri che verrà fatta luce su questa torbida vicenda. I genitori di Stefano Cucchi sono riusciti a far sentire la propria voce e, anche se con qualche giorno di ritardo, lo strano caso è balzato alle cronache nazionali.

In questi casi è necessario giungere alla verità nel più breve tempo possibile. Prima che il dimenticatoio aiuti i colpevoli a uscirene lindi e immacolati. Le ferite presenti sul cadavere di certo non sono dovute a una semplice caduta dalle scale. Qui non si discute sulla colpevolezza o meno del detenuto ma sull’integrità degli uomini di Stato. Stefano Cucchi era nella mani dei Carabinieri, quindi, sotto tutela dello Stato. In Italia, fino a prova contraria, non vige la pena di morte, ragion per cui sul decesso del giovane romano dovrà esser fatta giustizia.

Fonte: The Populi

Altri articoli interessanti su Stefano Cucchi:

- Tutti i dubbi sulla morte di Stefano Cucchi (Il Manifesto)
- Stefano Cucchi : un epilettico ammazzato due volte (Articolo21.info)

3 commenti:

Pellescura ha detto...

Che questo caso scuota le coscienze assopite...

pia ha detto...

Un ulteriore segno del degrado dei tempi...

Andrea De Luca ha detto...

Noi paghiamo gli stipendi con le nostre tasse a questi psicopatici esaltati che uccidono le persone e non hanno neanche il coraggio di ammetterlo. La Russa si deve dimettere. Non possiamo credere al fatto che questo ragazzo sia caduto dalle scale, ma per cortesia! A chi vogliono prendere per il culo. LO STATO HA UCCISO STEFANO! VERGOGNA!